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A Malpensa la rabbia degli addetti ai servizi Airport Handling

C'entrano la contrazione del traffico aereo e soprattutto la perdita di due commesse, Alitalia e Neos. Nella giornata di mercoledì un animato presidio davanti alla "palazzina Sea" al Terminal 2

Protesta Airport Handling Malpensa

Crescono, tra Linate e Malpensa, la rabbia e la preoccupazione degli addetti dell’handling. La società Airport Handling è alle prese con una situazione non facile: da un lato la generale, drammatica contrazione del traffico aereo, dall’altra la perdita di alcune commesse “di peso”. Una combinazione pericolosa, che preoccupa gli operai che lavorano sulle piste (quelli “di rampa”) e le addette agli imbarchi.

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Airport Handling, nata sulle ceneri della vecchia Sea Handling, è la principale società di servizi nei due aeroporti di Milano: società privata (maggioranza: Dnata, capitali arabi) ma con ancora una partecipazione pubblica attraverso Sea, controllata del Comune di Milano.

Da un lato la società fa fronte alla flessione enorme dei volumi di traffico, che l’ad di Sea Armando Brunini ha quantificato nel 75% rispetto al 2019, in riferimento a questo ottobre in cui la (limitata) ripresa estiva sembra già un ricordo e in cui aleggia lo spettro di un nuovo stop totale. Però poi c’è anche la perdita di due commesse: Alitalia a Linate e Neos  a Malpensa hanno deciso di fare a meno dei servizi di Airport Handling. Una legittima scelta di mercato, certo, ma con un impatto pesante.

Già settimana scorsa, dopo una infuocata assemblea a Linate, il sindaco di Milano Giuseppe Sala era dovuto intervenire. «In altri Paesi si sostiene, oltre alla compagnia di bandiera, chi gestisce gli aeroporti, per esempio in Germania» ha detto il primo cittadino milanese. Che ha ribadito che l’affaire Airport Handling «è una questione relativa ai rapporti tra Sea, Alitalia e il governo» e che quindi Roma non se ne può lavare le mani.

Protesta Airport Handling Malpensa

In tutto questo, i lavoratori stanno contestando ormai da mesi i due cambi d’appalto previsti: quello di Linate, dove Alitalia ha deciso di scaricare AH e ricorrere a proprio personale e a lavoratori a tempo («precari», dicono i sindacati tutti), quello di Malpensa, che riguarda invece la compagnia Neos che vuole rivolgersi ad Ags, società partecipata dalla famiglia Cutrona, attraverso una loro controllata (i sindacato dice che l’azienda non offre sufficienti garanzie, ai lavoratori e come qualità). Il passaggio a Malpensa è ormai imminente, tocca 37 lavoratori.

Protesta Airport Handling Malpensa

Alla “palazzina Sea” al Terminal 2 i circa duecento lavoratori hanno avuto un confronto – non privo di tensione in alcuni passaggi – con il responsabile risorse umane di Airport Handling, Gian Carlo Grassini, cui va riconosciuto il merito di aver affrontato a viso aperto un momento non facile. Non è mancato anche qualche momento di vivace scambio di opinioni anche tra i lavoratori, sulla tattica da usare (essenzialmente la questione era: più pressione sulle compagnie o su Enac?).

Nel pomeriggio poi la protesta si è spostata a Case Nuova, davanti alla sede di Neos: «Abbiamo avuto un collegamento con l’amministratore delegato, noi – dice Renzo Canavesi, della Cub Trasporti, presente oggi insieme a Usb, AdL e Flai -abbiamo ribadito che è il vettore che è responsabile e che si deve congelare la clausola sociale». Come si fece nel 2017 con il previsto – e mai completato – ricorso da parte di Ryanair alla cooperativa Alpina, sempre della famiglia Cutrona.
Venerdì altro presidio all’Enac.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Ottobre 2020
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