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Norme anti-Covid, il sindaco di Arsago chiude parchi e piazzette la sera

Dalle 20 inaccessibili tre piazzette e tutte le aree verdi, punti di ritrovo informale. Il sindaco si assume la responsabilità e spiega le sue ragioni: "Sta crescendo il contagio tra i ragazzini"

gallarate generico

«Oggi i positivi sono trenta, solo ieri erano ventitre. E scende l’età media, ci sono tanti ragazzini». Parte da qui il sindaco di Arsago Seprio Fabio Montagnoli: nella giornata di lunedì ha firmato la prima ordinanza che, usando la facoltà concessa dalle nuove norme anti-Coronavirus, chiude alcune aree a rischio di assembramento.

E dunque: divieto di accesso a parchi, giardini e ad alcune piazze, dalle 20 alle 6, quindi di fatto in orario notturno. Nello specifico vengono resi inaccessibili dalle 8 di sera tutti i parchi del paese, l’area fuori del Centro culturale Concordia (dove si trovano biblioteca civica, banda, ludoteca), la zona del Monumento ai caduti e la piazzetta creata l’anno scorso di fronte al municipio. Il paese non ha una vera piazza, i luoghi di ritrovo sono un po’ dispersi e quindi vengono individuati più punti.

Sono punti scelti in particolare perché fequentati da gruppi di ragazzini. Non è preclusione verso i più giovani, il sindaco ci tiene a partire dai dati.

«L’età media è scesa molto, tra i positivi ci sono otto  ragazzi del 2010, del 2008, del 2005. Dei trenta in quarantena, venticinque sono nati dopo il 2000. La paura è che si aggreghino al parchetto o nelle piazzette». E dunque da qui la scelta di una risposta straordinaria sì, ma che il sindaco considera pienamente proporzionata, preventiva senza essere repressiva. «Erano zone che io avevo già chiuso nella prima fase, in primavera».

parco Pissina
Il parco Pissina inaccessibile, fotografato nella primavera scorsa

Qui non si trova traccia delle polemiche tra i sindaci di grandi città (comprese quelle a guida centrosinistra, come Bergamo) e il governo. «Non entro nel merito della diatriba politica con Roma, ma io non ho problema a farlo adesso, come l’avevo già fatto a marzo: lo faccio per la salute dei cittadini, non certo per limitare la loro libertà. Temo anche che facciano scattare i lockdown a macchia di leopardo e temo che anche la nostra zona possa finirci dentro: lo faccio per prevenire. Qualcuno mi ha detto: lo consigli al sindaco di Milano Sala. Ma io so bene che la nostra è una realtà piccola e con meno problemi» riconosce Montagnoli.

Il testo dell’ordinanza dovrebbe comparire oggi sull’albo pretorio comunale. Quanto al contagio, allo stato attuale sono appunto trenta i positivi in paese, «molti contagi sono in famiglia, 3-4 persone nello stesso nucleo». Due i cittadini in ospedale.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 20 Ottobre 2020
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