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Sara Magnoli in libreria con il nuovo giallo, “Se è così che si muore”

La scrittrice e giornalista di Ferno lo presenterà in anteprima a Duemilalibri: è il volume conclusivo della "Trilogia del Se" con protagonisti la cronista Lorenza Maj e il vicequestore Luciano Mauri

Generica 2020

Torna in libreria Sara Magnoli, giornalista scrittrice di Ferno, qui nelle vesti di giallista: è uscito infatti “Se è così che si muore”, terzo romanzo di una (già prevista) trilogia che – come ogni buon giallo dei nostri giorni – vede negli investigatori protagonisti il filo conduttore.

E dunque anche in questo romanzo tornano Lorenza Maj e Luciano Mauri: giornalista lei, vicequestore lui, legati da un doppio filo, quello delle indagini e quello delle vicende personali.

«È il terzo libro della “trilogia del Se”, inaugurata da “Se un cadavere chiede di te” e proseguita con “Se il freddo fa rumore”» spiega la scrittrice (foto: Irene Vitrano). «Si concludono con questo libro le indagini della giornalista Lorenza Maj e del vicequestore Luciano Mauri. Il poliziotto questa volta è in vacanza a San Benedetto del Tronto e incappa nella caduta di una modella che precipita dalla finestra di un hotel. Si scoprirà subito che la donna aveva sottratto l’identità ad un’altra ragazza. E la vicenda riporterà poi i protagonisti a Milano, ad un’indagine a cui aveva lavorato Mauri…»

Niente spoiler sulla trama, fondamentale per far godere dei ritmi serrati del giallo. A fianco della nuova indagine, poi, prosegue anche la trama “orizzontale”, quella delle vicende di Lorenza Maj: «Nel precedente romanzo l’avevamo lasciata in bilico, per così dire, tra situazioni  personali diverse. Beh, ora qualche decisione dovrà prenderla…».

Come nei precedenti volumi, il giallo è anche spunto per parlare di altro. Il primo romanzo – “Se un cadavere chiede di te” – era anche «una dichiarazione d’amore anche per il mondo del cultura», con la sua ambientazione teatrale, mentre in “Se il freddo fa rumore” si affacciava il tema della violenza sulle donne. Ora nel nuovo romanzo si affaccia un altro tema sociale (e non lo citiamo, per non fare spoiler). Sara Magnoli ci mette curiosità e metodo da giornalista:  «Pur trattandosi di un romanzo ho cercato di documentarmi il più possibile sulle dinamiche che stanno alla base delle azioni e degli avvenimenti della storia».

Una piccola nota meritano anche i luoghi, in un genere come il giallo che fa dell’ambientazione e del contesto sociale un elemento spesso fondamentale e in cui spesso l’autore è legato ad una città precisa. «I luoghi sono centrali anche quando non ci sono: nel primo romanzo non c’erano riferimenti geografici precisi, perché il personaggio di Lorenza si stava ancora formando, stava cercando una strada. Nel secondo ho inserito la vicenda in un luogo che conosco bene, la zona delle “case delocalizzate” intorno a Malpensa, perché la protagonista viveva una fase di costruzione di punti di riferimento. Ora che Lorenza vive una sua incertezza, il terzo romanzo è ambientato in un luogo che conosco solo in parte, San Benedetto del Tronto. È anche un romanzo più corale dei precedenti libri, che ruotavano nel caso del primo intorno alla sola figura di Lorenza, nel caso del secondo su Lorenza e Luciano».

Il nuovo giallo di Sara Magnoli è pubblicato dall’editore Bacchilega di Imola, nella collana Zero. Venerdì 16 ottobre sarà presentato in anteprima a Duemilalibri, alle 21, al Teatro Condominio, in una serata che vedrà anche la presenza della ballerina Angela Gaiazzi, «che improvviserà movimenti sopra alle letture».
Sabato 17 ottobre invece Sara Magnoli sarà ad un firmacopie, dalle 9 alle 12, alla cartolibreria Martini di Ferno e alle 17 aprirà l’Ottobre in Giallo della biblioteca di Porto Ceresio. Domenica 18 alle 11 proseguirà con un firmacopie alla libreria Giratempo di Nerviano. E sabato 24 ottobre alle 17,30 al Covo della Ladra di Milano (da confermare se in presenza o con evento online).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Ottobre 2020
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