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A Gallarate 1132 positivi, ecco cosa sappiamo

Poco, in realtà: i numeri ormai sono troppi per avere una valutazione nei Comuni più grandi. Qualche dato si trae invece dalla ripartizione per età, dall'incidenza, dalla mortalità

Gallarate vista dall'alto, dal campanile della Basilica (inserita in galleria)

Sono 1132 i cittadini di Gallarate attuamente positivi al Coronavirus Sars-Cov-2. Cinque sono i morti in questa seconda ondata.

Il dato sui positivi, insieme a quello dei decessi, è quello più certo disponibile, sulla base degli aggiornamenti quotidiani di Ats Insubria ai sindaci.

Va ricordato infatti anche i sindaci hanno dati molto generali sul contagio da Sars-Cov-2, ma non sulla situazione sanitaria dei loro concittadini. Possono farsi un’idea di quanto il contagio colpisca le diverse fasce d’età ma per il resto devono procedere con contatti personali, per capire in che condizioni si trovino i singoli cittadini, quanti siano quelli che stanno male dopo aver sviluppato la malattia – il Covid-19 – e quanti i ricoverati. Un lavoro più facile nei paesi, meno nelle città dove i numeri sono consistenti, ormai appunto sopra i mille nomi (bisogna tenere conto del fatto che i dati sanitari personali sono estremamente sensibili e affidati al sindaco in persona, non possono essere passati ad altri).

«Complessivamente dall’inizio della pandemia sono 740 i cittadini guariti» spiega il sindaco Andrea Cassani «mentre 30 sono i decessi» (di questi, 25 risalgono alla prima ondata).

I dati sulle classi di età forniti dal sindaco restituiscono questo quadro del contagio per età:

Da un punto di vista dell’incidenza percentuale del contagio, oggi a Gallarate ci sono 2,1 positivi ogni 100 abitanti, dato omogeneo con quelli dei Comuni circostanti, che si discostano di poco (non si hanno dati di Busto Arsizio, per la scelta del sindaco Antonelli di tenerli riservati).

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 18 Novembre 2020
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