Quantcast

Due anni di lavoro per raccogliere i quadri di Ercole Magrotti

L'associazione Passione Arte ha lavorato per raccogliere e censire tutte le opere del pittore molto noto a Gallarate tra anni Venti e Quaranta e poi esule a Roma

gallarate generico

È uscito oggi, 7 dicembre 2020, il catalogo delle opere di Ercole Magrotti, pittore originario di Gallarate, molto noto tra anni Venti e Quaranta, scomparso nel 1967 a Roma.

Centinaia di suoi quadri sono presenti nelle case della zona di Gallarate, ma molti altri sono invece a Roma, dove Magrotti si trasferì dopo la guerra.

Il catalogo del pittore è stato curato dall’Associazione Passione Arte: due anni di lavoro, accompagnati anche da una mostra negli spazi dell’associazione. «Abbiamo censito quasi cinquecento quadri, tra quelli del periodo lombardo e quelli del periodo romano» racconta Eliseo Valenti. «Al 90% sono oggi nelle abitazioni di gallaratesi, ma siamo andati a Roma: abbiamo contattato anche i nipoti, che ci hanno segnalato una cinquantina di quadri complessivamente».

Magrotti era un paesaggista, che ritraeva ciò che gli stava intorno: così nel periodo gallaratese si alternano vedute del lago di Varese e del Maggiore, qualche opera con sfondo montano, i mercati di Luino e Varese, tante cascine, paesaggi rurali minori dipinti con tono lirico, qualche scorcio della “vecchia Gallarate”, piccolo mondo antico che in quegli anni mutava profondamente.

gallarate generico
Uno scorcio dell’antica piazza Garibaldi negli anni Trenta: sul finire della decade la costruzione della Casa del Fascio (oggi “Palazzo Minoletti”) sacrificò i portici sul lato meridionale

Il volume curato da Passione Arte riproduce in copertina un “paesaggio con Lago Maggiore e montagne” (in apertura di quest’articolo), mentre la quarta di copertina mostra una veduta di Castel Gandolfo: un riferimento alle due fasi dell’opera di Magrotti, segnata dall’addio a Gallarate per motivi politici (dopo il 25 aprile 1945 ritenne di dover cambiare aria). Una divisione della sua produzione «Nel periodo romano i soggetti sono rimasti i paesaggi, ma lo stile diventa, forse anche per effetto dell’esilio, più cupo, meno solare».

gallarate generico
La veduta di Castel Gandolfo sulla quarta di copertina del catalogo

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 07 Dicembre 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore