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L’incendio di Mendrisio riaccende i riflettori sul treno antincendio mai arrivato

Gli svizzeri hanno domato le fiamme con uno dei 16 “treni di spegnimento" a disposizione e fatto arrivare rapidamente. Il sindacato Fns-Cisl: “Perché noi dobbiamo ancora aspettare?"

Generica 2020

Il recente incendio di Mendrisio che ha tenuto occupati decine di vigili del fuoco sabato scorso ha riacceso l’attenzione anche oltre confine su un tema importante e particolarmente sentito dai residenti lungo la linea ferroviaria Luino-Gallarate.

Benché la cronaca parli di un rogo in un deposito di pneumatici nella cittadina svizzera, non è passato inosservato l’impiego per le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza di un “treno di spegnimento“, schierato dalle FFS, le ferrovie svizzere in quanto il rogo era non distante dalla linea ferroviaria, peraltro fermata nella notte fra sabato e domenica e riattivata all’alba.

Un punto che ravviva l’attenzione sulla richiesta di strumenti “rotabili“ in grado di intervenire non solo rapidamente, ma anche adeguatamente lungo la linea Luino-Gallarate attraversata ogni giorno da lunghi convogli merci che trasportano ogni genere di prodotti, anche pericolosi (nella foto tratta dal sito sbb.ch, particolare di un treno di spegnimento svizzero, credit Lukas Nauer).

Su questo tema interviene una nota sindacale della Segreteria provinciale della Fns-Cisl (Federazione Nazionale Sicurezza): «Già nell’anno 2016 la nostra sigla sindacale ha acceso i riflettori inerenti la sicurezza riguardante la linea ferroviaria Gallarate-Luino-Zenna. Vista la particolare conformazione del territorio e il totale riassetto dell’infrastruttura ferroviaria, divenuta asse strategico per AlpTransit, si è venuto a creare un serio problema per quanto concerne un eventuale intervento dei Vigili del Fuoco per incidenti su rotaia.
Mentre per far consentire il transito di un importate numero di convogli sono stati investiti
milioni di euro, per quanto concerne le dotazioni agli operatori chiamati ad intervenire per un
eventuale incidente tutto è rimasto congelato».

All’epoca la vicenda fece scalpore e il primo cittadino del Comune più importante sulla tratta
Luino, si spese chiedendo urgentemente un tavolo di confronto. Ne uscirono varie discussioni e
tutte le parti (politiche e non) furono concordi con quanto evidenziato dai sindacalisti.

«Finalmente dopo varie discussioni la Regione Lombardia decise di colmare questa lacuna e la consigliera regionale Francesca Brianza nel luglio del 2019 dichiarò che: “Proprio per queste caratteristiche e per l’incremento dei treni in transito – prosegue – si è reso necessario fare in modo che eventuali soccorsi possano raggiungere rapidamente tutte le zone. Attraverso questo provvedimento – continua – dotiamo i soccorritori di un mezzo duttile che può spostarsi sia su gomma che su rotaia, di modo da poter raggiungere con tempestività ed efficacia le zone colpite da calamità e le persone da soccorrere”. Promesse che purtroppo ad oggi (a più di un anno e mezzo) non sono state seguite da fatti concreti».

La questione venne sollevata da Varesenews già dieci anni fa, e in tempi più recenti fu oggetto di interrogazioni in Consiglio Regionale.

«Nel luglio di quest’anno a seguito di un intervento di soccorso sulla linea ferroviaria, abbiamo inoltrato una missiva ai vertici regionali chiedendo lumi sulle tempistiche per la fornitura del mezzo bimodale, ma ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta. Mentre nella provincia di Varese vengono annunciati sottopassi e eliminazioni di passaggi a livello, nella vicina Confederazione Elvetica vengono continuamente e costantemente investite ingentissime risorse economiche per la sicurezza. Di fatto i pompieri oltre confine hanno a disposizione ben 16 treni da soccorso e salvataggio oltre una moltitudine di mezzi stradali. Noi siamo ancora in attesa di un solo veicolo promesso e mai acquistato. Capiamo sicuramente che la pandemia in corso ha creato problematiche importanti, ma i convogli merci continuano a percorrere il nostro territorio col loro carico pericoloso, sia per i soccorritori che i cittadini dell’alta provincia. Siamo in attesa di una soluzione concreta che tarda ad arrivare».

Pubblicato il 21 Dicembre 2020
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