Sul bando di rigenerazione urbana a Gallarate il dialogo rischia già di arenarsi
La scadenza è il 18 marzo, portebbero arrivare milioni di euro. Ma c'è in corso una crisi: "Il centrosinistra ha presentato un documento Silvestrini Sindaco, è campagna elettorale"
Sulla rigenerazione urbana a Gallarate maggioranza e opposizione parevano muoversi bene insieme, ma ora tutto rischia già di arenarsi. “Colpa” di un simbolo su un documento – quello presentato dal centrosinistra – che nel centrodestra viene letto come una mossa elettorale.
Qualche avvisaglia c’era già stata, ma martedì sera la questione è stata posta al tavolo di maggioranza: il “caso” è il documento protocollato dal centrosinistra con le proposte della coalizione che sostiene Margherita Silvestrini come candidato sindaco. Sulle slide compare il logo “Margherita Silvestrini – testa e cuore” (lo slogan elettorale) e questo ha irritato un po’ tutto il centrodestra. Già martedì mattina il sindaco Cassani sottolineava la cosa, alla riunione di maggioranza martedì sera la questione è stata poi posta per prima da Forza Italia. Ma poi un po’ tutti i partiti del centrodestra si sono trovati concordi: «Non possono fare campagna elettorale».
Oggi l’aspetto formale della vicenda viene confermato anche dal presidente del Consiglio Donato Lozito: «La conferenza capigruppo esamina documenti consiliari, non elettorali. È un organo istituzionale, un organo ente comunale e quindi ha aspetti consiliari» dice Lozito, che parla di «schiaffo alle istituzione».
Particolare di una delle slide (proposta del quartiere Cascinetta-Cajello) con il logo “incriminato” Silvestrini SindacoOra: per i gruppi consiliari del centrodestra è un ostacolo insormontabile e c’è il rischio che il centrodestra di maggioranza diserti l’incontro in programma questa sera, mercoledì 24 febbraio.
«Sono dispiaciuto e anche arrabbiato, perché il mio impegno – e anche del sindaco – è arrivare ad un accordo e a una convidisione» dice Lozito. «Non è questione di metodo: il metodo a volte diventa sostanza».
Anche in passato erano spesso emerse questioni di metodo e di tempi, ma questa volta sembrava ci si muovesse con una certa concordia: dal centrodestra erano filtrate alcune idee progettuali, c’era stato un incontro formale venerdì sera, il centrosinistra aveva atteso sabato mattina per presentare le sue proposte, messe nero su bianco. Margherita Silvestrini aveva premesso che era il frutto di un lavoro più ampio del solo confronto con i partiti, tra le proposte sembravano vedersi alcune differenze ma anche possibili convergenze. Alla fine, però, la cosa sembra essersi arenata appunto sul marchio sulle slide.
Silvestrini: “Discutiamo delle proposte, non dei formalismi”
Ma c’è margine per chiudere lo scontro? Per esempio: il centrosinistra potrebbe ripresentare progetti e slide “firmandole” con le sigle dei partiti in consiglio? (Pd e Città è Vita)? Lozito usa una mezza battuta, ma indica la via: «Siamo alla prima domenica di quaresima: un po’ di cenere sulla testa può essere la strada». Insomma: se il centrosinistra facesse fare un passo indietro a Silvestrini e riconoscesse in qualche modo un errore formale si riaprirebbe il percorso. Forse.
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