Trent’anni fa il martirio di don Isidoro Meschi, “un prete felice”
Fu ucciso a 45 anni, il 14 febbraio del 1991, da un giovane con problemi psichici. Aveva cercato anche di dare una risposta al problema dell'eroina, in quegli anni dilagante

Ricorrono oggi i trent’anni della morte di don Isidoro Meschi, sacerdote di Busto Arsizio, ucciso il 14 febbraio 1991 da un giovane con problemi psichici che stava assistendo.
«Un prete felice», si era definito poco prima di morire, in uno scritto che è stato poi interpretato come il suo testamento spirituale. Un martire, nella misura in cui ha dato amore alle persone fragili, fino alla morte.
Isidoro Meschi era nato in Brianza, a Merate, nell’estate del 1945. Vocazione precoce, arrivò a Busto Arsizio all’inizio degli anni Settanta, ancora giovanissimo sacerdote. “Don Lolo” fu insegnante, in particolare al Crespi, e anche giornalista, responsabile per l’Alto Milanese del Luce, il settimanale cattolico del Varesotto scomparso negli anni Duemila. L’attività giornalistica ha lasciato un corposo insieme di scritti, che testimoniano anche la capacità di lettura puntuale della realtà.
A Busto, come altri sacerdoti fecero, si trovò ad affrontare il problema della droga. All’inizio anni Ottanta l’eroina sta dilagando anche in provincia e don Isidoro, mettendo il suo stipendio di insegnante di religione, ristruttura una cascina di Busto trasformandola nel centro di recupero Marco Riva. Mette risorse, coordina i volontari, ma soprattutto mette il suo amore, senza risparmio, privandosi delle proprie cose per rispondere alle emergenze. Si occupa di chi spesso era messo ai margini: barboni, drogati, matti, come dicevano i più allora. E proprio nei dintorni del centro “Marco Riva” finisce ucciso da un ragazzo psicolabile, una delle tante persone di cui si prendeva cura.

Don Isidoro sarà ricordato lunedì 15 febbraio, alle 20, con una celebrazione nella Basilica di S.Giovanni presieduta dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini. La cerimonia sarà trasmessa sul canale Youtube della Parrocchia San Giovanni Battista.
Il “miracolo” di don Isidoro continua a vivere in via Vesuvio
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