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Da whatsapp a Zoom, a Besnate i volontari insegnano l’uso della tecnologia agli anziani

Il progetto, proposto dall'associazione "La porta aperta", è nato dall'esigenza emersa in lockdown dagli anziani in condizioni di isolamento. Una scommessa a cui credono anche Comune e Regione Lombardia

Besnate generiche

Uno smartphone per mantenere i contatti, un incontro su Zoom per fare quattro chiacchiere o seguire una lezione online. Per molti è diventato normale durante il lockdown, ma non per tutti: soprattutto tra gli anziani l’uso degli strumenti elettronici si è rivelato un ostacolo insormontabile. Ecco perché adesso a Besnate parte un nuovo corso di “alfabetizzazione digitale” rivolto proprio alle persone di una certa età.

«Durante il periodo dei lockdown abbiamo arrivato un servizio di consegna della spesa a domicilio» spiega Tina Giudici, ex assessore al sociale e fondatrice con il marito Domenico Turri dell’associazione “La porta aperta”. «È facendo questo servizio che ci siamo resi conto che molti anziani non erano in grado di utilizzare  uno smartphone o un computer».

Se in epoca pre-Covid poteva sembrare solo un modo per sviluppare capacità, con i lockdown la alfabetizzazione digitale è divenuta una vera esigenza.  «Dal 2 settembre inizieremo con alcuni volontari, tra cui diversi ragazzi che si erano resi disponibili durante la pandemia a servizi di consegna per il Comune» continua Giudici.

Il Comune di Besnate fa pienamente parte del progetto, nelle persone dell’assessore alle Politiche Sociali Sara Zarini e della consigliera Manuela Coppe: il corso si terrà negli spazi comunali della “Casa delle culture”, dove ha peraltro sede anche l’associazione La porta aperta. Il Comune ha poi appunto coinvolto alcuni giovani volontari (tre) che si aggiungeranno a quattro operatori dell’associazione. «Il valore aggiunto di questo progetto è anche quello di mettere in relazione due generazioni che possono arricchirsi reciprocamente» commentano l’assessore Zarini e la consigliera Coppe. «Ci siamo resi conto dell’importanza di dare le conoscenze informatiche alle persone non più giovani e che hanno meno confidenza con la tecnologia. Già come amministrazione in collaborazione con l’ associazione del territorio “La banca del tempo” nel  periodo di prenotazioni di vaccini, si era dato il servizio a chi non aveva gli strumenti per accedere in autonomia».

«Cercheremo di impostare un corso rivolto alla relazione personale, molto a livello individuale» continua Tina Giudici. «L’idea è partire dal computer, per poi passare anche allo smartphone, all’uso di Whatsapp e delle piattaforme per riunioni online come Zoom o Google Meet».

Il corso è sostenuto anche grazie a risorse della Regione Lombardia. «Abbiamo partecipato ad un bando regionale in rete con altre realtà» spiega Domenico Turri «vale a dire Auser Insieme di Busto, capofila, Auser Gallarate, Insieme a Francesco, e due Aps, Evolvere e 26×1». In questo quadro Evolvere ha preso anche in carico una formazione relazionale dei volontari, funzionale alle successive attività.

Il contributo regionale è stato fondamentale anche per l’acquisto di cinque computer che saranno impiegati nel corso (attualmente sono previsti dodici iscritti che saranno ripartiti in due gruppi.  I computer al termine del percorso saranno rimessi “in circolo”, con affidamento ai servizi sociali o «in comodato d’uso per persone che ne avranno bisogno, ad esempio per le esigenze di didattica a distanza».

La collaborazione tra Comune e “La porta aperta” è consolidata. Prima del Covid il sodalizio besnatese ha curato un progetto di recupero di pane e frutta nelle mense scolastiche, in collaborazione con richiedenti asilo ospitati in paese: il cibo avanzato veniva portato alle famiglie bisognose («Ora è in stand by, ovviamente, per ragioni Covid, al pari del servizio di riuso solidale dei vestiti). “La porta aperta” assicura poi uno Sportello ISEE, in collegamento con un CAF della zona.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 26 Agosto 2021
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