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Il bosco e la città: il Wwf vuole prendersi cura dell’oasi Fontanili a Gallarate

Un'area preziosa frequentata da volpi, tassi, caprioli, a due passi dalla città. Il gruppo Wwf Varese-Insubria vuole creare un gruppo di volontari che se ne prenda cura: un'idea che stava a cuore al giornalista Lorenzo Scandroglio, scomparso a luglio

Foto del giorno giugno 2020

Volpi, tassi, una gran varietà di uccelli, i caprioli. Sono gli abitanti del bosco e delle zone umide dei fontanili sulla collina ai margini della città di Gallarate. Uno spettacolo che ancora sa stupire, di tanto in tanto, specie chi non si è ancora affacciato in queste zone. Ora la ri-nata sezione del Wwf di Varese Insubria vuole riprendere in mano l’area, con un progetto e un gruppo di volontari, per far conoscere e rendere più accessibile (in modo corretto) un patrimonio prezioso.

«Questa è una zona che oggi è tutelata, rispetto ai tempi in cui è nata e c’erano altre esigenze» dice Matteo Colaone, responsabile del gruppo Wwf Varese Insubria. Erano gli anni – fine Ottanta-inizio Novanta – in cui l’ampliamento dell’autostrada A26 e del casello autostradale minacciava l’area tra Gallarate e Besnate.

«Al tempo c’era una serie di volontari che la seguiva, ma oggi quel gruppo oggi per motivi anagrafici non esiste più. Avendo ricostituito il gruppo WWF di Varese ci sentivamo di voler riprendere in mano anche quell’area». (foto di apertura dell’articolo: Alessandro Quaglia).
Il gruppo Wwf sta attivando diversi progetti (ne parlavamo qui, ne riparleremo) e uno è proprio quello dei Fontanili, anche se è ancora a livello embrionale, con la ricerca anche di volontari interessati.

L’attenzione ai Fontanili nasce da Lorenzo Scandroglio, il giornalista di montagna – gallaratese – scomparso la scorsa estate: «Quando si è avvicinato al gruppo Wwf Varese Insubria, ricostituito a settembre 2020, Lorenzo si era fatto promotore per far ripartire l’oasi, che era a lui molto cara. Era un intervento che aveva in mente e a cui voleva dedicarsi nei periodi in cui non era in montagna a gestire rifugi. Quel che è successo la scorsa estate a Lorenzo, che era il punto di riferimento per quel progetto, da un lato ci ha fermato per un momento. Dall’altro ci ha dato lo sprone per ripartire».

oasi fontanili Gallarate
Uno dei fontanili coperto con un velo di fragile ghiaccio in pieno inverno

Una ricchezza (anche) per la città

L’area dei fontanili – accessibile da via Monsignor Zocchetto a Besnate, dalla valle del Boja o dal Mulino di Cajello di Gallarate – è «una zona umida di grande valore per la biodiversità, sulle ultime colline moreniche che dalle Prealpi si aprono sulla pianura e l’area più urbanizzata» spiega Colaone. «Questa sua collocazione è un punto di debolezza perché subisce la pressione della città, ma è anche un elemento di valore, perché è molto frequentata dalle persone che abitano in zona».

Ce ne si è accorti in occasione dei lockdown che hanno costretto le persone nei confini comunali: centinaia di persone hanno riscoperto non tanto i parchi urbani, quanto le aree periurbane: la zona delle “casse” dell’Arno a Cedrate, i boschi tra Crenna, Casorate e Arsago Seprio, ma soprattutto quel vasto sistema che unisce Oasi Fontanili, collina del Monte Diviso e parco della Valle del Boja.

Oasi fontanili Gallarate
Segnaletica del Parco del Ticino nella zona

Cosa serve per rilanciare l’Oasi dei Fontanili tra Gallarate e Besnate

«A livello conservativo si dovrà lavorare alla rimozione di rifiuti ma anche alla rimozione di strutture che nel tempo sono state vandalizzate, in particolare in quella che era l’area accoglienza, che era costituita da casetta, panchine e bacheche illustrative, oggi rovinate dai vandali».

Il wwf vuole ripartire con la cura del luogo per trovare spazi per fare «accoglienza, educazione ambientale, un punto per iniziative culturali sull’ambiente e la natura». Ovviamente in pieno coordinamento con il Parco del Ticino, l’ente che giuridicamente tutela le aree verdi a ridosso di Gallarate.

Oasi fontanili Gallarate
Un’altra immagine invernale dell’area umida dei fontanili

Colaone parla di «due fattori» necessari per partire: «da un lato nuovi volontari in zona, dall’altro un progetto e dei finanziamenti, pubblici e privati». Per ora si può partire dalla call per volontari (riferimento: wwfvareseinsubria@gmail.com o pagina FB). Avendo anche l’esempio del lavoro già avviato in altre zone, come la pineta tra Tradate e Appiano Gentile.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Novembre 2021
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