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A Gallarate ci sono ancora 143 ucraini. Ottanta sono rientrati a Kiev

Con la fine dell'estate e la ripresa della scuola ucraina altre famiglie di rifugiati hanno deciso di tornare a casa. Nel frattempo il Comune ha fissato il prezzo della mensa e dei servizi scolastici, in vista del nuovo anno scolastico

scuole Betlem Gallarate - accoglienza bimbi ucraini

Un terzo dei rifugiati ucraini approdati a Gallarate attraverso vari canali sono ormai rientrati nel Paese di origine: lo dicono gli ultimi dati aggiornati sulla presenza nella città dei due galli, che è ed è stata – come altre città maggior della provincia – un polo di accoglienza importante.

«Le persone arrivate dall’inizio dell’emergenza sono state 228, al 30 agosto sono rimaste in 143» dice l’assessore al sociale Chiara Allai, a cui abbiamo chiesto di fare il punto in vista dell’inizio dell’anno scolastico. È un momento di passaggio sia qui in Italia (con nuove regole) sia in Ucraina, come vedremo.

Punto primo: in questi giorni il Comune ha definito, con apposita delibera, il prezzo della mensa scolastica e dei servizi integrativi per i bambini e ragazzini ucraini che frequentano le scuole gallaratesi.
Fino ad oggi i bambini ucraini hanno usufruito della gratuità, ma con l’avvio del nuovo anno e il passaggio a una forma di accoglienza più di lungo periodo verrà richiesta una compartecipazione al prezzo: la delibera di Giunta comunale 122 del 10 novembre 2022 fissa infatti il costo per pasto a 1,20euro, 100 euro annui per il servizio pre-scuola e 150 per il post scuola. In sostanza, allineando il prezzo alle fasce Ise più basse, ipotizzando che le famiglie siano tutte in qualche modo in condizioni di difficoltà economica (la foto è scattata alla scuola paritaria Betlem).

Ma di quante persone parliamo?
Oggi gli ucraini sono appunto 143, «di cui 78 sono adulti e 65 minori» continua Allai. «I nuclei famigliari sono in totale 54: 44 sono ospitati presso famiglie gallaratesi, comprese famiglie di parenti che vivono qui. Mentre sette sono in seconde case messe a disposizione da cittadini, due nella Casa Santa Maria a Madonna in Campagna messa a disposizione dalla parrocchia e un nucleo è ospite alla parrocchia di Cascinetta».

La ripresa delle attività scolastiche diventa però anche un po’ un momento di passaggio in Ucraina: «Dal 1° settembre ricomincia la scuola là e anche tante mamme sono state richiamate dai datori di lavoro in corrispondenza di questa data, perché altrimenti avrebbero perso il posto di lavoro». Il risultato è appunto che altri nuclei famigliari hanno deciso per un rientro in patria, considerando che la maggior parte dei presenti a Gallarate arrivavano dalla zona della capitale, da cui i russi si sono già ritirati in primavera (il che non esclude sporadici bombardamenti).

Insomma, pare proprio che si sia ad un piccolo punto di svolta, simbolicamente rappresentato anche dal pagamento dei servizi scolastici.
«Continueremo a gestire e ad aiutarli» garantisce comunque l’assessore al sociale Allai. «Il Comune di Gallarate penso abbia fatto tutto quanto aveva in potere, aiutata dalle realtà del terzo settore che hanno collaborato moltissimo, in termine di energie ed economici. Il Comune fino a qui ha dato mensa, servizi pre e post-scuola, ma ha dato anche la possibilità di accedere ai pullman Amsc fino al 31 dicembre, con una sessantina gli abbonamenti autobus forniti. Sono stati impiegati anche 25mila euro di donazioni gestite dal Comune. Poi c’è il contributo di moltissime società sportive, che hanno dato sostegno dando spazio ai ragazzi».

È la fine di un ciclo di emergenza? Potrebbe essere. Paradossalmente però su altri versanti le famiglie vivono ancora in una situazione precaria: «Non tutti hanno ancora avuto i documenti dalla Prefettura» segnala l’assessore. In questo, i rifugiati ucraini si sono ritrovati a condividere il destino di tanti migranti in Italia, arrivati per ragioni economiche o umanitarie e ancora esposti ad una vita provvisoria.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 30 Agosto 2022
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