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Quando Gabriele d’Annunzio battezzò “Campo della Promessa“ il campo d’aviazione di Lonate Pozzolo

La ricostruzione della visita avvenuta il 9 marzo 1926 attraverso le immagini e le cronache di quella giornata

Gabriele D'Annunzio a Lonate Pozzolo

Lonate Pozzolo e l’aviazione, un connubio che dura da più di cento anni iniziato con la creazione e lo svilupparsi del suo campo d’aviazione militare che, dalla metà degli anni ’20 e fino alla fine del 2° Conflitto Mondiale, è stato uno dei più vasti ed importanti d’Italia e per intitolazione battezzato “Campo della Promessa” da Gabriele d’Annunzio dopo la sua visita avvenuta il 9 marzo 1926. Quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio ed è importante ricordare questa intitolazione anche perché, malgrado il suo interesse per il volo, non sono note altre visite effettuate dal Vate ai campi d’aviazione e alle aziende aeronautiche presenti sul territorio varesino e dell’Alto Milanese. Da rilevare che d’Annunzio si aspetta molto dalla visita al campo d’aviazione di Lonate Pozzolo fiducioso e confidente, come scrive in una lettera del 13 marzo di quell’anno all’amico Gian Riccardo Cella, che “forse ne prenderò il comando” (in realtà poi mai avvenuto).

Gabriele D'Annunzio a Lonate Pozzolo
Lo scritto con il quale Gabriele d’Annunzio battezza il campo di Lonate Pozzolo: “Campo della Promessa”

La notizia dell’arrivo nel pomeriggio di quel 9 marzo di d’Annunzio al “Campo della Promessa”, viene comunicata agli aviatori e al personale dell’aeroporto dopo mezzogiorno e “l’avviso fulmineo ha portato in tutti la più fiera e vibrante energia per preparare al grande Aquilotto d’Italia il saluto degno e austero degli avieri tutti”. Mentre fervono i preparativi per accoglierlo, decollano due pattuglie di apparecchi composte da bombardieri Caproni e da caccia tipo Spad che vanno incontro all’automobile sulla quale d’Annunzio sta giungendo da Milano, così da portargli il primo saluto da parte degli aviatori del campo di Lonate.

Intanto la notizia dell’arrivo del Poeta ha già superato anche i confini dell’aeroporto, come riporta un cronista dell’epoca:

“subito risaputa nei dintorni e nelle città di Gallarate e Busto, provocava un curioso accorrere di folla variopinta verso il campo di Lonate. Verso le ore 15.30 finalmente si profilano all’orizzonte le sagome di tre aerei. Il rombo poderoso dei Caproni ci fa subito comprendere che l’automobile con il Comandante (d’Annunzio n.d.a.) si approssima. Dopo poco arrivano velocissimi gli altri, tutti in una sinfonia gagliarda di rombi …. un’altra mezzoretta di attesa e poi il trombettiere di guardia lancia nell’aria i tre squilli d’attenti: il picchetto d’onore si irrigidisce sul presentat arm. L’automobile sorpassa l’area d’ingresso al Campo e si ferma. Con Gabriele d’Annunzio che veste la scintillante divisa di tenente generale dell’Aeronautica è costellata dalle numerosissime decorazioni al Valor Militare, ci sono il maggiore generale comm. Andriani Comandante la Prima Zona Aerea, il Ten. Col. Cav. Uff. Gallotti Capo di Stato Maggiore e gli ufficiali d’ordinanza. Appena scende dalla macchina, al Comandante si fa innanzi il colonnello Lombard, è il primo momento di commovente entusiasmo che si diffonde per tutti gli altri che attendono. Al Comandante d’Annunzio vengono presentati gli ufficiali con i quali egli scambia le prime ed affettuose parole di saluto e di schietto cameratismo. E subito esprime il fervido desiderio di evitare ogni forma di rigida etichetta militare e di parata e di intrattenersi invece con la maggiore affabilità e semplicità con gli amatissimi compagni dell’aria. Rotta così ogni gerarchia militare, la fiumana di aviatori di ogni ordine e grado si è stretta attorno all’eroico Comandante ed il pellegrinaggio curiosissimo ed entusiastico è stato iniziato attraverso le radure del campo d’atterramento, negli hangar, nelle officine, nelle località di partenza degli apparecchi, nelle sale di riunione. Ogni poco, d’Annunzio si fermava e tutta la massa attorno a lui in religioso raccoglimento ed in elevato godimento spirituale. E d’Annunzio, in preda a visibile contentezza ed a momenti di vera e grande emozione, ha parlato, tanto ha parlato; ha rievocato episodi, fatti, intramezzati da arguti racconti, da semplici incitamenti….” – poi – “nell’ampia sala convegni ufficiali ”d’Annunzio si intrattiene “affabilmente con i suoi compagni di volo, rievocando episodi guerreschi e salutando con affettuosità diversi suoi ex commilitoni, primo tra tutti Vincenzo Lombard, sotto la cui guida il campo di Lonate Pozzolo ha assunto importanza eccezionale. Sono ripetuti gli episodi più vivi di colleganza sincera, sino a quando il Poeta con una sua scintillante orazione, ha concluso con il grido possente “Per il Dio Ignoto! Per il futuro ignoto! Per la vostra gloria ignota, che io però ben conosco: «eja, eja, eja» e la massa unanime ha risposto con un fragorosissimo «alalà»”.

Con questa declamazione, il Poeta si congeda, così che, salutato dagli ufficiali e dagli avieri del campo, lascia in auto l’aeroporto verso le ore 18.30 per fare rientro a Milano.

Tutte le puntate della rubrica Fotografie volanti

Gabriele D'Annunzio a Lonate Pozzolo
Ingresso del campo di Lonate Pozzolo in una foto cartolina a colori dell’inizio degli anni’20

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Pubblicato il 27 Marzo 2023
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