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Il “campo dei miracoli” di Arsago Seprio, splendido e fragile

Il complesso della basilica di San Vittore e del battistero ha mille anni di storia e bisogno di cure continue. L'assessora regionale Francesca Caruso ha visitato i monumenti rispondendo ad un invito della parrocchia

Arsago Seprio

Bisogna immaginarli, i “maestri” che guardati a vista forse dall’arcivescovo di Milano posano pietra su pietra, riutilizzando anche lapidi romane, in un qualche giorno intorno all’anno Mille: così hanno dato forma ad uno dei più affascinanti monumenti del Varesotto, il complesso della basilica e del battistero di San Vittore ad Arsago Seprio.

Un “campo dei miracoli”, si dice accostandolo al complesso di cattedrale, battistero e campanile pendente di Pisa. Un luogo prezioso eppure fragile, bisognoso – a un millennio dalla sua costruzione – di cure continue. «Arsago era una pieve importante, oggi è solo una parrocchia di campagna» dice Martino Rosso, storico dell’arte, che insieme al parroco don Giuseppe Bai ha accompagnato in visita l’assessora regionale alla cultura Francesca Caruso.

La pieve era la più antica forma di organizzazione della Chiesa nelle campagna, nell’Alto Medioevo: a volte le chiese pievane si sono trasformate nelle collegiate o nelle basiliche delle città, a volte invece sono rimaste isolate tra i boschi e i campi (magari perché l’abitato è scomparso o si è trasferito in zone limitrofe) oppure al centro di paesi divenuti periferici. Come è accaduto ad Arsago, che da centro di primaria importanza – capace di esprimere un arcivescovo di Milano, Arnolfo II – si è ritrovata appunto «parrocchia di campagna», con tutte le difficoltà di gestire un patrimonio storico di grande valore, che comprende anche altri edifici romanici (come Santi Cosma e Damiano, nel fitto dei boschi del parco del Ticino) o con tracce antiche. 

Arsago Seprio

La parrocchia ha invitato la delegata del presidente Fontana proprio per mostrare questo patrimonio ricco eppure fragile e bisogno di attenzione: il battistero presenta qualche motivo di preoccupazione, «sia per la tenuta delle chiavi e catene antiche sia per i capitelli che cominciano a presentare fratture» dice ancora Martino Rosso, mostrando all’assessora Caruso l’edificio ottagonale. «Occorrerebbe un’analisi della statica dell’edificio», per poi capire l’entità dei lavori da eseguire.

Arsago Seprio

Fin qui la parrocchia (che porta ancora il titolo di prepositurale che riecheggia il ruolo del passato) si è fatta carico con grandi sacrifici di interventi impegnativi: è stato lo scorso anno sono terminati i lavori impermeabilizzazione del tetto delle tre absidi della basilica, anche grazio al sostegno esterno di Confartigianato, per un importo di 30mila euro. «Ora è auspicabile un intervento sull’interno del catino absidale, dove ci sono fenomeni di sfarinamento e formazione di salnitro». Come opportuno sarebbe intervenire sull’altare del canonico Biagio Bellotti e sulle pregevoli statue lignee. E nel mentre vengono portati avanti gli interventi per l’uso odierno della chiesa, come il rifacimento del riscaldamento.

L’assessore regionale ad Arsago Seprio

Prima del passaggio dal complesso romanico, l’assessora Caruso – accompagnata dalla funzionaria comunale Sandy Bertuol e dal vicesindaco Pier Luigi Fossen in rappresentanza del sindaco Fabio Montagnoli – ha anche visitato il museo archeologico, di proprietà comunale. Un museo che rappresenta un’altra testimonianza della rilevanza di questo insediamento che ha visto una continuità dal periodo celtico a quello romano, dai longobardi fino ad oggi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Novembre 2023
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