L’ospedale unico e le aree di Gallarate e Busto: “Troppe incognite”. La Lega: “speculazioni politiche”
A un mese dalla firma dell'Accordo di programma, il tema viene discusso al Pirellone. Le opposizioni ribadiscono i dubbi su diversi fronti, dalla scelta dell'area fino ai tempi. Monti ribatte: "Percorso serio e coerente"

Il progetto dell’ospedale unico Gallarate-Busto all’esame della Commissione Sanità al Pirellone, con l’audizione del dg welfare Giovanni Pavesi. È la prima da quando – a ottobre scorso – è stato firmato l’accordo di programma che ha dato il via al percorso che porterà (in circa otto anni) alla costruzione del nuovo polo.
«Ho voluto portare due temi strategici in questa audizione» dice il consigliere regionale di Varese e presidente della Commissione Welfare Emanuele Monti. «Il primo è di ragionare nell’ottica di una rete tra le strutture attualmente presenti, in modo da integrare il nuovo ospedale con i presidi già esistenti di Busto e Gallarate, così da garantire maggiori servizi ai cittadini attraverso una logica partecipativa e di grande attrazione per medici e infermieri, portando avanti ricerca e innovazione in collaborazione con le università»
Per Monti «il nuovo ospedale non sarà un’isola a sé stante, ma in connessione con quanto già viene offerto dalla sanità del Varesotto». In questo si è ipotizzata anche una programmazione del nuovo ospedale in collegamento con il nuovo hub delle maxi-emergenze di Gallarate, già deliberato dalla Giunta regionale, previsto negli spazi dell’ex deposito dell’Aeronautica di Gallarate, a un chilometro dal futuro polo unico. « Una visione che parte da lontano e possibile oggi grazie all’intuizione di Roberto Maroni che è stato capace all’epoca di recuperare i fondi per finanziarlo».
I dubbi di Ferrazzi
Assai meno convinto della linearità del progetto è invece il consigliere Luca Ferrazzi, di Lombardia Migliore, la lista centrista che fu di Letizia Moratti: «Mi rammarico che la commissione si sia tenuta solo oggi, nonostante l’avessi chiesta già prima dell’estate, con riferimento ad un accordo di programma che è stato nel frattempo sottoscritto» osserva Ferrazzi.

Il consigliere di Lombardia Migliore riprende un punto fondante dei dubbi sul nuovo polo: «Non ci sono state date risposte sul perché è stata scelta l’area di Beata Giuliana, nessuna informazione su eventuali alternative». L’assenza di una analisi complessiva delle possibili alternative era stata indicata anche dagli uffici di Regione Lombardia.
E a questo si collega anche al tema della viabilità di accesso, su cui Regione promette di stanziare risorse ma su cui esistono – anche qui – dubbi che emergono dalla stessa analisi fatta dagli uffici sul tema, anche considerando l’ottimistico scenario tendenziale che stima una quota crescente di spostamenti in bici, monopattini e mezzi pubblici.
Che fine faranno gli ospedali (in gran parte) dismessi a Busto e Gallarate?
Altro punto debole, secondo Ferrazzi, è «il destino delle aree dismesse»: «Se nella prima bozza erano inserite nell’accordo di programma, qui invece vengono totalmente disgiunte». Due aree centrali per le due città (soprattutto a Gallarate) e che dovranno essere in gran parte essere dismesse: la preoccupazione di Ferrazzi è che accada come con l’ospedale vecchio di Legnano: per questo il consigliere di Lombardia Migliore si augura che «al più presto si addivenga a un accordo con gli enti coinvolti».
Astuti: “Preoccupano costi e tempi”
A questi due temi, Samuele Astuti aggiunge un altro elemento: «Ci preoccupano anche i costi dell’opera, che ammontano a 440 milioni di euro, e le tempistiche, visto che ci sono voluti otto anni per arrivare all’accordo e ce ne vorranno almeno sei per la realizzazione della struttura. Ma quel che più ci allarma, e che non condividiamo assolutamente, è la modalità, superficiale e grezza, con cui questa giunta affronta la programmazione della sanità territoriale e della rete ospedaliera”.
Monti: “Speculazioni politiche di comitati e sottocomitati”
Dubbi che rimangono nel dibattito, che invece dalle file della maggioranza Monti bolla come «speculazioni politiche, a volte organizzate anche con comitati o sottocomitati strumentalmente mossi dal centro sinistra, e spesso dotati di una visione molto a breve termine». A cui invece Monti contrappone invece l’idea di «un percorso serio e coerente sul territorio che punta a un continuo miglioramento dei servizi sanitari e sociosanitari».
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