Tatto
di Angela Borghi
Commissario, non so molto del suo passato, né del presente. Non mi racconta dove va nelle sere in cui esce e sta fuori fino a tardi. Si infila silenzioso nel letto quando dormo ormai da ore. Mi va bene così, non gli ho chiesto mai nulla, mi pare già un miracolo che un uomo attraente e forte come lui abbia voluto vivere con una donna come me. In quelle notti mi accontento di accarezzarlo, al ritorno, di sentirlo mentre si addormenta accanto a me, con spalle, braccia e gambe alla fine rilassate e distese.
Perché a volte quando lo sfioro con le dita, passo la mano sui muscoli contratti e avverto un’ansia, un dolore che gli cresce dentro fino a che, giorno dopo giorno, lui diventa sempre più chiuso, duro e distante. Poi, una sera esce di casa senza dire dove va e ritorna a tarda notte e, quieto, si stende vicino a me. È un ciclo, dura qualche settimana, e si ripete da quando lo conosco.
Non so dire perché ho iniziato a segnare le date di queste nottate, l’ho fatto e basta, dalle ultime tre volte che è accaduto. Magari cercavo un motivo, una coincidenza.
E domenica è successo ancora, è stato via per ore. Quando è tornato, però, al tatto ho sentito qualcosa di più del suo solito abbraccio morbido e caldo. Aveva delle piccole zone ruvide sulle braccia, forse dei graffi.
La mattina dopo ho visto nei telegiornali quella giovane donna strangolata a pochi isolati da casa nostra, nello stesso modo di altre negli ultimi mesi. Le avevo già udite, quelle notizie, certo, ma non vi avevo prestato attenzione. Questa volta l’assassino ha lasciato una traccia. La ragazza si è difesa e l’ha di sicuro graffiato nel tentativo di liberarsi dalla morsa di quelle mani che la soffocavano. Sotto le unghie si è trovato del materiale utile per l’esame del DNA. Quando ho sentito dei graffi ho iniziato a tremare e ad avvertire in gola una specie di nodo.
Non riuscivo più a concentrarmi nelle occupazioni della giornata. Allora sono andata a cercare in rete le date degli altri omicidi che la Polizia attribuisce allo stesso assassino. E poi quelle che avevo segnato con una croce sul mio calendario.
Ho capito quello che devo fare: ve l’ho portata per confronto, nella busta di plastica, la tazza dove ha bevuto il caffè, questa mattina prima di andare al lavoro.
Racconto di Angela Borghi (www.ilcavedio.org). 3- Novembre giallo e noir: quattro racconti. (tratto da “I cinque sensi sono sei” – Edizioni IL CAVEDIO). Illustrazione di Marzia Nigro.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.