Processo Mensa dei Poveri, la Procura Generale chiede l’assoluzione di Orrigoni anche in appello
I magistrati del secondo grado hanno deciso di non portare avanti la richiesta presentata dai colleghi del primo. L'imprenditore varesino era stato già assolto dall'accusa di corruzione

La Procura Generale della Corte d’Appello di Milano chiede l’assoluzione per l’imprenditore varesino Paolo Orrigoni dall’accusa di corruzione e, in subordine, da quella di traffico d’influenze. La richiesta è stata avanzata ieri nel processo di secondo grado conosciuto col nome “Mensa dei poveri”.
Il patron della catena di supermercati Tigros era già stato assolto in primo grado per l’ipotesi di corruzione relativa al presunto pagamento di una tangente da 50 mila euro all’allora referente storico di Forza Italia, Nino Caianiello, con l’obiettivo di assicurarsi una variante al pgt su un’area di Gallarate che avrebbe dovuto ospitare una nuova struttura di vendita. Per la stessa vicenda avevano patteggiato l’imprenditore proprietario dell’area, Piero Tonetti, e l’allora assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone (uomo di fiducia di Caianiello) nella giunta gallaratese.
La Procura milanese aveva fatto ricorso in appello ma la stessa procura generale, che avrebbe dovuto promuovere le tesi dei colleghi, ha optato per una richiesta di assoluzione anche per il reato di traffico di influenze in quanto (come sottolineato anche dalla memoria difensiva dei legali di Orrigoni, Federico Consulich e Francesco D’Alessandro) è stato di recente modificato dal Ministro della Giustizia Nordio in senso restrittivo: può essere contestato solo nel caso in cui la mediazione punta ad ottenere una condotta illecita da parte del pubblico ufficiale.
Anche per Lara Comi, condannata a 4 anni e 2 mesi in primo grado per truffa ai danni dell’Unione Europea in merito all’utilizzo dei fondi del Parlamento Europeo per la comunicazione e per corruzione in concorso con l’ex direttore generale di Afol Giuseppe Zingale, la procura generale ha chiesto modifiche al dispositivo di condanna. Secondo il magistrato, infatti, l’ex eurodeputata di Forza Italia andrebbe assolta per la corruzione in quanto le chat di whatsapp non si sarebbero potute utilizzare poichè coperta da garanzie proprio in forza del suo ruolo di parlamentare europea e una diminuzione della pena per l’altro reato per il quale andrebbero concesse le attenuanti generiche e dell’avvenuto risarcimento del danno.
La sentenza è prevista per le prossime settimane.
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