Un laboratorio teatrale sul Cantico delle Creature nel carcere di Busto Arsizio
L’iniziativa, promossa da Regione Lombardia, fa parte del progetto allargato all'intero territorio per gli 800 anni del Cantico di san Francesco

Un laboratorio teatrale all’interno del carcere di Busto Arsizio coinvolgerà detenuti, bambini, persone con disabilità e pazienti oncologici per mettere in scena il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. È una delle iniziative più significative del progetto regionale dedicato agli 800 anni del celebre testo francescano, promosso dalla Fondazione Terra Santa con il sostegno della Regione Lombardia.
Un “Cantico per tutti” dietro le sbarre
L’attività, curata dall’Associazione L’Oblò, rientra nell’azione “Un Cantico per tutti”, pensata come restituzione sociale, linguistica e musicale di uno dei testi fondanti della letteratura italiana. Il laboratorio si propone di abbattere barriere e creare un’occasione di incontro tra mondi diversi attraverso il teatro e la spiritualità francescana.
Un progetto culturale diffuso in tutta la Lombardia
Oltre all’iniziativa di Busto Arsizio altri eventi sono previsti nelle province di Milano, Lecco, Pavia, Lodi, Mantova, Brescia e Varese, con concerti, mostre, camminate tematiche, visite guidate e spettacoli. Regione Lombardia ha previsto un contributo di 17.500 euro nell’ambito dell’Avviso Unico Cultura 2025.
«Con questo progetto – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso – la Lombardia ricorda l’importante anniversario del più antico testo poetico della letteratura italiana di cui conosciamo anche l’autore. È la dimostrazione di come la cultura possa farsi ponte tra passato e presente, tra tradizione e linguaggi contemporanei».
Cultura, inclusione e spiritualità
L’evento di Busto rappresenta uno dei momenti più fortemente inclusivi del calendario, offrendo alle persone detenute l’occasione di esprimersi in un contesto creativo e condiviso. Un modo per rendere attuale il messaggio di fraternità universale di San Francesco e promuovere, anche in un ambiente chiuso come il carcere, l’idea che cultura e spiritualità possano essere strumenti di trasformazione personale e collettiva.
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