Coinger, Ginelli: “Gestore unico dei rifiuti? Sì, ma con cautela e coinvolgendo i Comuni”
L’amministratore unico traccia il bilancio del primo anno di tariffa puntuale di bacino e sul progetto del gestore unico provinciale invita alla prudenza
A quasi un anno dall’introduzione della tariffa puntuale di bacino (TARIP), l’amministratore unico di Coinger, Giorgio Ginelli, fa il punto sull’esperienza nei 22 Comuni della provincia di Varese serviti dal consorzio, e interviene sul dibattito aperto intorno alla proposta di un gestore unico provinciale dei rifiuti.
“Una rivoluzione non indolore, ma i risultati sono ottimi”
Dal 1° gennaio 2025 Coinger ha introdotto la tariffa puntuale di bacino, un sistema che fa pagare in base alla quantità di rifiuti prodotti. “È stato un percorso lungo e faticoso – spiega Ginelli – ma ha portato risultati ottimi dal punto di vista della raccolta differenziata: siamo attorno all’80%, con una produzione pro capite di rifiuto indifferenziato inferiore ai 75 chili l’anno. I nostri Comuni sono tutti ricicloni, e il consorzio stesso è stato premiato per questi traguardi”.
Un risultato che, però, non è arrivato senza difficoltà. “Quando si fa una rivoluzione bisogna mettere in conto che certi passaggi non vengano compresi subito. Ci sono stati problemi di comunicazione, qualche disservizio, ma i primi feedback sono positivi: la gente ha capito e si è adattata al nuovo servizio”.
I mastelli “contatori”: rotture al 5%
Uno dei temi più discussi è quello dei nuovi mastelli “intelligenti”, dotati di chip che misurano i conferimenti. “I nostri bidoni – spiega Ginelli – sono veri e propri contatori, ed è per questo che devono essere esposti chiusi: in questo modo possiamo misurare correttamente la volumetria da tariffare”.
Le segnalazioni di problemi non sono mancate, soprattutto nei primi mesi: “Abbiamo registrato circa 8.500 rotture certificate su 190.000 mastelli in circolazione, quindi circa il 5%. Le rotture riguardano più che altro i manici, spesso per carichi eccessivi: ricordiamo che il peso massimo da contratto è di 7-7,5 chili. In alcuni casi si è staccato il coperchio, ad esempio quando la carta veniva pressata troppo”.
“Per quanto riguarda invece i disservizi – prosegue l’amministratore unico di Coinger -, va detto che è una raccolta che si sviluppa in maniera molto complessa: le prese sono milioni. È capitato che ci fossero delle dimenticanze da parte dell’operatore soprattutto all’inizio. Adesso la situazione è in netto miglioramento”
Ginelli assicura che la situazione è ben monitorata: “Abbiamo analizzato le cause e corretto il tiro. I disservizi ora sono molto ridotti e i dati dei nostri call center lo confermano”.
Gestore unico provinciale: “Serve un percorso graduale e condiviso”
Negli ultimi mesi si è tornato a parlare della possibilità di creare un gestore unico provinciale dei rifiuti. Ginelli accoglie il dibattito con prudenza: “Più che di gestore unico, bisognerebbe parlare di ambito territoriale ottimale. In Lombardia, a differenza del servizio idrico, non è previsto per legge: un’aggregazione di questo tipo sarebbe solo su base volontaria. Parlare di gestore unico prima ancora che i Comuni vengano coinvolti mi lascia perplesso”.
Coinger, sottolinea l’amministratore, rappresenta già “un piccolo ambito ottimale di 21 Comuni, con un piano economico-finanziario unico, una tariffa unica e un servizio unitario. Questo è, in miniatura, il modello che si intende realizzare con un gestore unico provinciale”.
Ma il percorso, avverte, “è irto di difficoltà giuridiche e amministrative. Serve un lavoro per step, coinvolgendo prima di tutto i Comuni e gli attuali operatori del territorio, per arrivare gradualmente a una condivisione sugli obiettivi”.
E aggiunge: “Il modello Coinger, che unisce pubblico e privato attraverso gare di mercato, secondo me è il modello vincente. Potrebbe essere un riferimento per una futura gestione provinciale”.
Tariffe e vantaggi per i cittadini
Dal punto di vista dei cittadini, spiega Ginelli, i vantaggi di un gestore unico non sono automatici: “Non è detto che ci sia una riduzione delle tariffe. Nell’ottica dell’economia di scala è quello a cui si tende ad arrivare, ma ci sono molte variabili. Noi con la tariffa puntuale abbiamo introdotto un principio di equità, facendo pagare in base ai volumi effettivi. È questo, più che la promessa di risparmi, il vero passo avanti”.
Per il 2026 Coinger punta a “stabilizzare la tariffa” e a “ridurre la parte variabile legata al rifiuto indifferenziato (RUR)”. Inoltre, si sta valutando di “aumentare il numero delle raccolte dell’umido nel periodo estivo” e di introdurre premialità per chi pratica il compostaggio domestico, anche nelle utenze monocomponente e bicomponente.
Sul fronte delle utenze non domestiche, invece, “stiamo ricalibrando i minimi in base alla superficie, soprattutto per le categorie non alimentari. Sono affinamenti necessari: la fase sperimentale è superata, ma continuiamo a migliorare il sistema”.
I numeri della differenziata e il futuro del settore
Sul fronte ambientale, i dati parlano chiaro: “Con l’introduzione del nuovo sistema – sottolinea Ginelli – siamo passati da 422 a 414 chili di rifiuti pro capite in tre anni. Aumenta la differenziata, diminuisce la quantità di rifiuti: è la conferma che la tariffa puntuale funziona”. “Siamo partiti nel 2025 tariffando sulle prime due frazioni, RUR e umido, a partire dal 2027 verranno introdotte ulteriori frazioni: vetro e carta, lasciando probabilmente per ultima la plastica”.
Quanto al futuro, Ginelli immagina un’evoluzione tecnologica: “Il porta a porta è un sistema faticoso e usurante: in prospettiva ci sarà più spazio per le macchine e meno per l’uomo. In alcune paesi d’Italia, come Treviso, si stanno già reintroducendo le campane a controllo volumetrico con ecochiavi”.
Ma l’obiettivo finale resta lo stesso: “Promuovere una coscienza ambientale diffusa. Attraverso una raccolta differenziata spinta e l’economia circolare, vogliamo aiutare i cittadini a maturare un senso di responsabilità ambientale che diventi collettivo. Lo vediamo già: i nostri territori sono più ordinati, i bidoni in regola, nessun rifiuto a terra. È segno che qualcosa sta davvero cambiando”.
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