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Cortei, petizioni e social: cresce la mobilitazione per Air Italy

Tra Malpensa e Olbia si moltiplicano presidi, proteste, ma anche strategie social in difesa dei milleseicento posti di lavoro a rischio

Generico 2018

Quattordicimila firme (ad oggi) in pochi giorni. È la petizione per Air Italy, lanciata su change.org e sostenuta dall’hashtag #salviamoairitaly. Una delle iniziative lanciare in questi giorni, dopo che da martedì scorso la compagnia ha annunciato la liquidazione in bonis e lo stop alle operazioni dal 25 febbraio.

La chiusura della compagnia, che nasce dalla lunga storia ex Meridiana, coinvolge migliaia di lavoratori: poco meno di mille a Malpensa, circa seicento a Olbia, storica base Meridiana. A questo si aggiunge l’impatto sull’indotto, che solo a Malpensa è calcolabile in almeno trecento posti di lavoro.

La petizione è un modo per far sentire la propria voce: «La liquidazione “pilotata e organizzata” della compagnia – si legge nel breve testo che l’accompagna – toglie ai lavoratori anche la possibilità di accedere ad un sostegno al reddito e la speranza di mantenere il posto di lavoro nell immediato futuro».

Già da mercoledì in aeroporto a Malpensa sono iniziati invece i presìdi e le proteste, che hanno toccato anche i check-in di Qatar Airways, il socio entrato nel 2017 a fianco dell’Aga Khan. Ora le diverse sigle confederali, di base e di categoria – Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cobas, Anpac, Anpav, Ap – hanno attivato un presidio fisso al Cbc (Crew briefing center) di Malpensa, dalle 9 alle 18, fino a fine vertenza.

Nella mobilitazione social c’è anche il contributo anche di qualche personalità del mondo dello spettacolo:

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Febbraio 2020
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