Roberto Parodi a Duemilalibri con un titolo dedicato ai giovani: “Il mio non è un libro di bon ton”
Spin off dedicati alle scuole escluse, Roberto Parodi con “Facciamoci riconoscere” è il primo ospite della 26esima edizione di Duemilalibri. Lunedì 10 novembre ha aperto il festival in Sala degli arazzi.
Ironico, diretto, e come sempre senza troppi filtri. Roberto Parodi è stato ospite di Duemilalibri, la rassegna letteraria di Gallarate, per presentare il suo ultimo libro, uscito da un anno ma che – come lui stesso racconta – «continua a tirare molto bene. La presentazione di un libro si accetta sempre. È un’occasione per fare due risate, conoscere un po’ di persone, nella speranza che la gente incominci a leggere, cosa che in Italia è difficile».
Scrittore, motociclista, conduttore e oggi anche content creator seguito da centinaia di migliaia di persone sui social, Parodi non ha perso l’occasione per commentare il suo stile comunicativo, spesso definito “politicamente scorretto”. «Io in realtà non è che volevo offendere tutti. Io ho voluto ironizzare su una situazione sociale di Milano che è sotto gli occhi di tutti».
Riferendosi al suo video virale sulla mappa politicamente scorretta di Milano, Parodi ha aggiunto: «Ho tirato fuori delle cose proprio sparate, buttate in faccia, perché quello che faccio io è dire sempre esattamente quello che penso, anche magari in modo provocatorio, per far emergere una situazione di Milano, una città che io amo moltissimo».
E ancora: «Molti si divertono, altri commentano che è una città di merda, ma io vado a scrivere che no, è una città bellissima. Solo che, come tutte le città, ha anche qualche quartiere o situazione che fa sorridere. Mi piace giocare su questo, anche quando prendo in giro certi ambienti: è tutto molto ironico, provocatorio, ma con affetto».
Parodi accompagnato dal suo libro ha affermato: «Il libro è per i giovani, perché tantissimi mi scrivono. Su TikTok ho 250 mila follower e molti mi chiedono consigli di stile: “Posso mettermi le sneaker a un matrimonio?” No, cazzo, non puoi metterti le sneaker! Oppure: “Posso mettere lo smoking?” No, al matrimonio non ti puoi mettere lo smoking». Proprio da queste domande è nata l’idea del libro: «Ho capito che tanti ragazzi sono un po’ disorientati. Non è colpa loro, magari non hanno avuto l’occasione di conoscere certi canoni del classico. Allora ho pensato: perché non scriverli io in un libro, nel mio stile?».
Un testo che non vuole essere un manuale di buone maniere: «Il mio non è un libro di bon ton, quella roba lì mi sta sui maroni in una maniera incredibile – ha sorriso Parodi –. Non mi interessa di come metti le posate o dei tre bicchieri. Mi interessa che, se entri in un locale, apri tu la porta e fai entrare la tua ragazza. O che quando l’accompagni a casa, aspetti che lei sia entrata nel portone. Buon senso, ma anche classe, perché alla fine queste cose le ragazze le notano… e si rimorchia anche alla grande».
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