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La “bottega solidale” dove in cambio della spesa si dona volontariato

Tre famiglie alla volta, per tre mesi, potranno rifornirsi di alimentari, detersivi e altro dagli scaffali della bottega organizzata da un'associazione locale e dal Comune. In cambio saranno coinvolti nel progetto o a sostegno di altre associazioni del paese

Bottega solidale Besnate

Come un piccolo supermercato o un negozio di quelli di paese che ancora esistono. Solo che qui non si paga, ma si scambia: un’ora di volontariato per la comunità, in cambio dei pacchi di pasta, dei sacchetti di biscotti, di un detersivo per casa.

È la “Bottega solidale” di Besnate, aperta dal Comune (che mette gli spazi) e da un’associazione locale che mette competenze e persone attive.

La Bottega è una risposta per le persone in difficoltà, single o famiglie, che cerca anche di superare le modalità “classiche”, quelle del pacco alimentare preconfezionato. «Le persone che verranno qui sceglieranno ciò che è necessario per loro: oltre al cibo confezionato troveranno anche detergenti, detersivi e prodotti per la casa, che normalmente non rientrano nei pacchi alimentari» spiega Rosalba Folino, assessore ai servizi sociali del Comune di Besnate. «L’idea del negozio rispetta anche la dignità delle persone: non prendono ciò che viene “concesso” ma possono scegliere secondo le loro esigenze»

Dentro alla sede della Bottega Solidale, in via Mylius, appena ai margini del paese, tutto è già pronto: ci sono biscotti, pasta, conserve, ma anche – appunto – vari prodotti per la casa. Tre nuclei familiari potranno recarsi, per tre mesi, in Bottega e potranno acquistare i prodotti che sceglieranno come in qualsiasi negozio. «Apriremo una volta la settimana per due ore, dobbiamo fare un po’ di esperienza e capire come andrà» spiega Marisa Brutto, presidente dell’associazione Piccolo Cenacolo di Maria, che è attiva in paese da dieci anni e opera appunto nel volontariato a chi è in difficoltà.

Bottega solidale Besnate

La spesa, come dicevamo, non si paga. La Bottega prevede però un valore per ogni prodotto, che verrà restituito alla collettività attraverso lavori socialmente utili: ogni dieci euro “equivalenti” di spesa si farà un’ora di volontariato, a servizio della stessa Bottega Solidale (gestendo il magazzino, riordinando gli scaffali, tenendo puliti gli spazi) o di altre associazioni di Besnate. «Le persone che verranno a fare la spesa diventano soci del Cenacolo di Maria per la copertura assicurativa durante l’impegno di volontariato» spiegano ancora dall’associazione, che insieme a Marisa Brutto vede impegnati il vice Claudio Bonetti, il responsabile amministrativo Rosario Barberi e un’altra ventina di volontari, compresi alcuni ragazzi tra i venti e i trent’anni.

Come si mantiene la Bottega? «Grazie a donazioni, anche dalla grande distribuzione», con cui si stanno consolidando contatti. «Organizzeremo anche degli eventi per dare solidità all’esperienza, per continuare a rifornire la bottega».

È un bell’esempio anche di capacità di rinnovarsi del volontariato, anche in una realtà piccola, secondo le nuove forme di “volontariato generativo”, quello in cui chi riceve poi è invogliato a sua volta a restituire alla comunità: «La Bottega solidale è una modalità attuale e concreta di intervenire in situazioni di estrema fragilità, ma attraverso una concezione moderna di fare welfare» dice il sindaco Giovanni Corbo. «Grazie a coloro che con il loro gran cuore e le loro competenze dato vita a questa realtà»

L’individuazione delle persone da coinvolgere viene demandata ai servizi sociali del Comune ma anche al Piccolo Cenacolo e alle altre associazioni, che sopratutto in un contesto piccolo come Besnate sanno “leggere” i bisogni. Con l’obbiettivo «di intercettare anche un bisogno che non sempre emerge, magari per timore» aggiunge ancora l’assessore Folino. E con una attenzione ad arrivare a coprire le esigenze di diverse categorie: i primi tre beneficiari sono una famiglia con tanti bambini, una coppia, una persona sola.

L’inaugurazione della Bottega Solidale è fissata per sabato 12 gennaio, alle 16:00, alla Casa delle Culture in via Mylius n. 4/c (ex centro prelievi).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 09 Gennaio 2019
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