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La tomba della famiglia Cantoni abbandonata: “L’Altomilanese dimentica i pionieri dell’industria”

Furono tra i maggiori industriali della zona a Nord di Milano, con gli stabilimenti di punta di Legnano e Gallarate: la tomba al cimitero monumentale gallaratese è devastata. Il legnanese Daniele Berti si batte perché la loro memoria sia mantenuta

gallarate generico

Lapidi spezzate, decorazioni finire a terra. Al cimitero monumentale di Gallarate versa in totale abbandono la tomba della famiglia Cantoni, tra i maggiori industriali del cotone in Italia. Furono protagonisti della vera industrializzazione dell’Altomilanese.

L’abbandono della tomba Cantoni nella città dei due galli viene denunciato da Daniele Berti, legnanese, cultore di storia locale ed ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle nella città dell’Alberto da Giussano: «Un altro terribile colpo al cuore dato alla memoria di un Altomilanese che non sa ringraziare chi ha tenuto alto il nome di questa zona». La fabbrica Cantoni, nella via omonima, è poco lontana, demolita tra 2007 e 2012, compresa la ciminiera e la palazzina liberty degli uffici, davanti all’ospedale vecchio.

Nelle immagini si nota il degrado della cappella neogotica, risalenti all’origine del cimitero monumentale, nella seconda metà dell’Ottocento. Berti segnala in particolare «un cedimento della lapide dedicata ad Eugenio Cantoni che giace spaccata a terra a decine di pezzi». Eugenio, nato proprio a Gallarate, rappresentava la seconda generazione della dinastia, quella che fece fare il salto di qualità all’impresa, trasformandola in un colosso, con fabbriche a Legnano, Castellanza (oggi sede della Liuc), Gallarate, a Bellano sul lago di Lecco, in Friuli: «Non ci posso credere, uno sfregio alla gloriosa famiglia di industriali che non ha senso di esistere». Berti si appella anche al sindaco di Gallarate Andrea Cassani, perché «al più presto venga ridata la giusta dignità ad una famiglia che ha contribuito in maniera consistente allo sviluppo del nostro territorio». Partendo appunto dal cimitero, che peraltro vede spesso furti di manufatti storici.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Gennaio 2019
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