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Cassani va avanti. “Non sono un eroe, ma sono l’unico amministratore che si è opposto”

Revocato l’incarico a Petrone, il sindaco di Gallarate tiene la delega all’urbanistica, mantiene il rapporto con quelli di Forza Italia e chiede ai partiti che lo sostengono di andare avanti. "Le opposizioni dovranno chiedere scusa"

La nuova giunta di Andrea Cassani

«Mi sono chiesto: tu hai qualcosa da nascondere? No. Hai mai preso un centesimo? No. Hai sempre agito nell’interesse del bene della città? Sì». In tre o quattro domande, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani si è dato una  risposta chiara. 

L’amministrazione va avanti, se lo sostengono: «Non ho parlato con i consiglieri di Forza. Italia, mi sono confrontato diffusamente con quelli della Lega e noi sappiamo di essere stati baluardo contro i tentativi di corruttela». Li rivendica, anche a confronto con altri amministratori: «Caianiello con me non intratteneva rapporti, ma lui era il dominus di fatto ai tavoli  delle trattative insieme alle altre forze politiche della provincia, per le decisioni più importanti. E chi è l’unico che contestò le nomine di Borsani e Bratta in Alfa srl? Io. Chi scrisse ad Accam per far bloccare un incarico sulla comunicazione? Sempre il sottoscritto. Poi magari passavo per il rompipalle». E sulla richiesta di dimissioni dalle opposizione dice: «Dovranno chiedere scusa».

La giunta

La squadra di governo rimane la stessa. Via Petrone, rimangono anche gli altri due assessori di Forza Italia: «Sono estranei, anzi stando ad alcuni passaggi dell’ordinanza Carù viene tenuto deliberatamente all’oscuro dal sodalizio criminoso». E l’urbanistica? «Di sicuro la terrò io fino a che sono sindaco».

Non poteva mancare un passaggio sull’assessore Petrone: «Mi fa incazzare che il giorno del suo insediamento disse che il suo ufficio sarebbe stata una casa di vetro. Sapete benissimo che non facevo salti di gioia, ma devo dire che in questo anno e mezzo avevo cambiato un po’ opinione su di lui. È stato bravo a trasmettere un’immagine diversa da quella che in realtà era»  

Il Pgt

Sul Pgt la linea è tracciata: «La Variante la stiamo valutando con gli uffici, con tutti i limiti che ci sono in questi giorni. Stiamo valutando se ritirarlo o farlo andare a naturale scadenza, cioè farlo scadere mantenendo così la doppia salvaguardia. Dentro nell’inchiesta ci sono troppi casi relativi al Pgt che per quanto mi riguarda richiedono di fermare tutto qui» dice ancora Cassani, rivendicando di essersi «opposto ai tentativi».

I palazzi storici e la “tangente al quadrato” a Gallarate

E su via Mazzini? Lì le condizioni sono cambiate, nel nuovo Pgt, nella direzione sperata dai promotori del presunto accordo corruttivo… «Per quanto mi riguarda avevo posto la domanda a Cundari che mi aveva assicurato, alla presenza anche di Sandoni (il più intransigente dei funzionari, ndr), che si trattava di una modifica coerente con il contesto dell’attuale Pgt».

Loda Sandoni (che ha fornito alla Procura numerose informazioni). «Sono stupito invece dalla posizione di Marta Cundari (tra gli indagati), la ritenevo baluardo di legalità in quel settore. Anche in un recentissimo passato mi hanno segnalato situazioni da attenzionare, che potevano sfuggire a un non-tecnico».

Il sindaco Cassani si rimprovera qualcosa? È stata ingenuità aver lasciato la materia a Forza Italia? «Un mea culpa va fatto. Buona parte di ciò che c’è nel Pgt sono provvedimenti utili alla città». Poi però svela un passaggio, che pure non finisce nell’ordinanza della Dda di Milano:  «Quando l’avvocato Romano uscì con un video Facebook su via Mazzini, io come sindaco di Gallarate avevo mandato una mail alla Procura di Busto Arsizio segnalando».

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 08 Maggio 2019
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