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Estorsione e rapine ma neppure si accorgono che sono reati

Tre ragazzini gallaratesi sono stati arrestati e sono finiti in comunità dopo aver aggredito due coetanei. "Ma non sono una baby gang. Serve prevenzione da parte delle famiglie e della scuola". E denunciare quando serve

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«Noi siamo qui all’ascolto di tutti», dice afferma il commissario della polizia di Gallarate Luigi Marsico. «Ma noi entriamo in azione quando il reato spesso si aggrava: alcune volte, grazie all’intervento e alla sorveglianza dei genitori e delle scuole si possono prevenire dei reati, tenendo sempre alta e costante l’attenzione su certi fenomeni». 

La Procura del Tribunale dei Minori di Milano ha disposto la custodia cautelare in tre diverse comunità lombarde dei tre ragazzi, minorenni gallaratesi (di quindici, sedici e diciassette anni) accusati di rapina, estorsione e minacce verso due fratelli di tredici e quattordici anni.

Estorsione e rapina, arrestati tre minorenni

I due fratelli sono stati derubati e minacciati i in giorni differenti dai loro aggressori e, dopo aver denunciato in commissariato insieme al padre, hanno ricevuto ulteriori minacce telefoniche dai tre bulli «in totale sprezzo del reato che stavano commettendo» per far ritirare la denuncia.

Marsico ci tiene a sottolineare che, in questo caso, non bisogna considerare i tre aggressori «una baby-gang», sebbene quanto avvenuto sia serio ed importate e vada oltre il bullismo.  I tre ragazzini «una volta prelevati dalle loro case dai nostri agenti, si sono dimostrati remissivi». 

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Intercettare i comportamenti pericolosi è fondamentale: «Noi agenti abbiamo bisogno anche del sostegno da parte delle scuole e delle famiglie» ha continuato Marsico, «perché spesso ai ragazzi manca la consapevolezza delle loro azioni: non si rendono conto che le minacce, anche attraverso telefonate o social network, sono dei reati». Proprio per questo atteggiamento secondo il commissario è più che mai necessario il controllo ligio da parte de genitori – «anche attraverso un controllo dei social network utilizzati dai figli» – e delle attività di  sensibilizzazione alla legalità promosse dalle scuole. 

La polizia, infatti, collabora da tempo con le scuole organizzando incontri con i ragazzi delle scuole superiori di primo e secondo grado proprio per informare i ragazzi su cosa rischiano in termini di reati, «perché spesso non ne sono a conoscenza». Inoltre, Marsico ha esortato a denunciare sempre. «La legalità parte da una educazione alla legalità, grazie alla collaborazione tra polizia, scuole e famiglie», ha concluso il commissario.

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Pubblicato il 11 Febbraio 2020
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