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La Regione dice no alla chiusura di Accam, le opposizioni insorgono

Per Cenci dei 5 Stelle «è uno schiaffo alle politiche ambientali» mentre per Astuti la Regione abbandona i comuni soci di Accam sul fronte dei debiti

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Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la mozione di Roberto Cenci che chiedeva la chiusura dell’inceneritore Accam. L’Assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo ha sottolineato che l’incendio all’inceneritore, il 20 gennaio scorso, ha riguardato una turbina e non i rifiuti e che «l’evento è stato critico ma circoscritto».

Il forno è stato, ed è, spento. Proprio oggi, tra l’altro, è stato presentato il conto dei danni provocati dall’incendio: secondo il presidente di Accam, Bellora, la cifra si attesta attorno ai 2,5 milioni di euro che si aggiungono ai debiti pregressi.

Cenci dichiara: «È uno schiaffo alle politiche ambientali, al movimento fridays for future e ai cittadini. L’inceneritore ha quarantotto anni e ormai è un pozzo senza fondo per le risorse, con un debito importante. I fondi ormai vanno solo a rattoppare una situazione ampiamente compromessa. Gli incidenti si susseguono, è ora di liberarsi del forno, altro che rilancio. Non sta in piedi la difesa dell’assessore Cattaneo che sostiene che deve essere riattivato fino al 2027 per rientrare dei debiti per poi procedere con eventuali bonifiche».

Secondo Cenci, però, nel 2027 avremo ancor meno rifiuti solidi urbani da bruciare rispetto ad oggi «solo grazie alla sensibilità dei cittadini, e non a quella dei politici di centrodestra. In Lombardia abbiamo ben 13 inceneritori, un potenziale d’incenerimento ben oltre le nostre possibilità presenti e future. Francamente è incomprensibile l’atteggiamento cocciuto del centrodestra sugli inceneritori: forse pensano che i lombardi non meritino di tornare a respirare».

Anche il consigliere del Pd Samuele Astuti è fortemente critico con la maggioranza, anche se con motivazioni diverse: «L’assessore Cattaneo ha apertamente scaricato i comuni soci di Accam, se ne è sostanzialmente lavato le mani. Ma la Regione dov’era quando venivano fatte le scelte che avrebbero portato all’attuale situazione di dissesto anche economico? Ho portato in Aula alcuni dati, che parlano di un debito potenziale, compresa la bonifica, di 15 milioni, che significa che ogni comune che ha l’1% di quote di Accam ha potenzialmente 150mila euro di debiti. Ho chiesto che la Regione si facesse carico dei costi dell’eventuale dismissione, di bonifica e di riambientalizzazione delle aree interessate e del ricollocamento dei circa 60 lavoratori che sarebbero coinvolti dalla chiusura dell’inceneritore. Cattaneo ha detto di no e l’Aula, seppure con qualche franco tiratore, ha votato contro. Il centrodestra non si vuole fare carico del problema».

Così dichiara il consigliere regionale dem dopo la bocciatura in Consiglio regionale della mozione del M5S sull’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio a cui lo stesso Astuti aveva aggiunto un emendamento con cui chiedeva che la Regione si facesse carico della situazione economica e, in caso di dismissione dell’impianto, sostenesse i costi connessi. La mozione è stata bocciata a voto segreto con 38 voti contrari e 33 favorevoli.

Pubblicato il 11 Febbraio 2020
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