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Leonardo: lavora chi vuole ma è scontro con il sindacato

In azienda ci sono pochissimi lavoratori, molti sono in permesso. «Qui basta uno starnuto che tutti scappano fuori dal reparto»

Renzi, presidente del consiglio, agustawestland, finmeccanica

«Ieri è successo il pandemonio». La rsu di Fiom Fim e Uilm dello stabilimento Leonardo di Cascina Costa non usa giri di parole per descrivere l’esito dell’ultimo incontro tra il comitato, che deve vigilare sull’applicazione delle regole previste dal protocollo sottoscritto tra Governo e parti sociali, e i vertici aziendali.

Il pandemonio si è scatenato nel momento in cui i rappresentanti sindacali hanno invocato il parere del Prefetto circa l’essenzialità della produzione di Leonardo, mentre l’azienda, sentiti i pareri dei loro avvocati, avrebbe sostenuto che ciò che può fare il Prefetto è verificare se Leonardo rientra nel settore dell’aerospazio, che rientra nel Dpcm del 22 marzo, il decreto che stabilisce chi può lavorare e chi no in questa fase dell’emergenza sanitaria. «Dovrebbero spiegare che cosa c’è di indispensabile – si chiede la rsu – nella costruzione di un ingranaggio che dovrà essere montato su una velivolo che verrà venduto il prossimo anno. Non stiamo parlando nè di cibo nè di farmaci».

Nel frattempo gli stabilimenti di Leonardo hanno aperto su base volontaria: chi vuole può andare al lavoro. «Sembra una presa in giro – dice Fabio De Rosa rsu della Uilm -. In azienda ci sono pochissimi lavoratori, molti sono in permesso. La tensione e la paura sono giustificate dal fatto che i livelli di contagio nella nostra Regione sono alti e le notizie  sono ormai un bollettino di guerra. Ecco perché qui ci vuole un’attenzione diversa. Basta uno starnuto che tutti scappano fuori dal reparto».

I lavoratori, secondo il sindacato, sono anche stressati dal continuo bombardamento contraddittorio di informazioni: «Dovete stare a casa, ma dovete lavorare».  Ma ci sono lavoratori indispensabili in un’azienda strategica come Leonardo? La rsu su questo punto ha le idee chiare: «Noi dobbiamo preservare manutenzione e assistenza anche mettendo in campo altri lavoratori di comparti diversi per costituire la task force voluta dalla direzione tecnica». In questa fase di emergenza globale i servizi che accompagnano il prodotto sono dunque per il sindacato il vero nucleo strategico di Leonardo.

La rsu di Fiom, Fim e Uilm di Cascina Costa non lo dice apertamente, ma aleggia il dubbio che il sindacato confederale abbia “scaricato” alle singole categorie la responsabilità di recitare il ruolo del poliziotto cattivo sul Dpcm del 22 marzo. Nel frattempo, mentre i confederali meditano sullo sciopero generale, metalmeccanici, tessili, chimici e lavoratori della gomma plastica hanno già indetto 8 ore di sciopero per mercoledì 25  marzo.

Le tute blu lombarde dovranno infine fare i conti anche con una evidente contraddizione politica: la Regione governata da un centrodestra a traino leghista ha emanato un’ordinanza più restrittiva – quindi sulla carta più favorevole ai lavoratori – del decreto del governo di centrosinistra a traino Pd.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 24 Marzo 2020
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