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I sindaci dei Navigli chiedono l’esercito per sorvegliare le alzaie

"Dobbiamo gestire una riapertura graduale; per farlo chiediamo l'intervento dell'esercito". I primi cittadini dei comuni del Naviglio Grande hanno scritto una lettera a Regione Lombardia, questura e prefettura

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«Chiediamo di avere, nell’immediato, il supporto dell’Esercito per gestire questa fase di graduale apertura». I sindaci dei comuni che si affacciano sul Naviglio Grande si fanno sentire e invocano l’intervento dell’esercito. Con una lettera alla prefettura, alla questura e all’Assessorato regionale alla sicurezza, i primi cittadini di Turbigo, Robecchetto con Induno, Magenta, Cassinetta di Lugagnano, Boffalora sopra Ticino, Abbiategrasso e Robecco sul Naviglio e Bernate hanno annunciato che la riapertura sarà graduale e dovrà essere gestita in sicurezza.

«I nostri Comuni – si legge nella lettera – sono da sempre meta turistica e dopo un periodo di grandi limitazioni personali ci si può aspettare che le persone vogliano ritornare nei nostri territori. Abbiamo attivato un coordinamento tra sindaci ed enti gestori al fine di programmare la graduale riapertura delle alzaie del Naviglio Grande con garanzia di sicurezza per i nostri cittadini e nel rispetto delle prescrizioni. Evidenziamo sin d’ora la necessità di potenziare la sorveglianza delle alzaie al fine di garantire un’affluenza graduale, adeguata e rispettosa delle prescrizioni. Per queste attività necessita da parte di tutti una seria riflessione anche sulle risorse da mettere a disposizione: nell’immediato, però, chiediamo di avere il supporto dell’Esercito per gestire questa fase di graduale apertura, in quanto le nostre forze di polizia locale sono già fortemente impegnate nella sorveglianza ordinaria dei nostri paesi».

Il sindaco di Cassinetta di Lugagnano Michele Bona ha spiegato che «le alzaie sono per i nostri Comuni una porta turistica che ha ricadute economiche sul territorio. Allo stesso tempo vogliamo evitare ‘l’effetto Milano’ visto in questi giorni. Io ho un vigile, naturalmente non posso fare molto. In ogni caso spero che l’implementazione dei controlli sia solo il primo passo: andiamo verso un utilizzo sempre maggiore della mobilità dolce, potrebbe essere l’occasione per mettere in sicurezza le sponde».

E noi dove siamo?

Pubblicato il 10 Maggio 2020
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