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Il Coronavirus mi ha insegnato che vivere è oggi, non domani

"Sono grata alla Vita...perché avevo bisogno di riscoprirla!" Stefania riflette su cosa sia stato questo periodo e sulle cose che ha riscoperto a partire dalle relazioni con le persone più care

primavera in giardino - foto di alessandra tonta

Domenica 23 febbraio: sfilate di carnevale annullate! No, chi lo dice ai miei figli! Aspettavano di indossare i loro costumi da sceriffi da tempo, avevano comprato stelle filanti e coriandoli. L’attesa! E poi il sogno svanito!

Hanno pianto, tanto; ma poi il pomeriggio a casa degli zii col cuginetto hanno reso quella giornata piacevole e divertente. Le lacrime del mattino sono state asciugate da un fantastico pomeriggio tra parenti, comunque travestiti da sceriffi, a lanciare coriandoli nel giardino dello zio. L’ultimo contatto diretto col mondo, tra parenti, tra persone che si vogliono bene…ma non lo sapevamo…

Nel frattempo arriva la notizia della chiusura delle scuole…i miei figli accolgono con serenità e sorpresa, credo non capendo molto cosa stesse avvenendo. Io, che sono una docente, accolgo con altrettanta sorpresa e anche io per nulla consapevole dell’entità dell’evento. Bello poter godere di qualche giorno inaspettato di casa e famiglia! Ma gli eventi si susseguono, in fretta, in frettissima.

Partiamo con la didattica a distanza, proviamoci, chissà, forse fino a aprile; no, fino a maggio…no, la scuola non riaprirà! Intanto organizziamo la casa, i momenti di smart working, di studio, gli spazi, il tempo…Tutto naturalmente…Sì, perché era forse prima del COVID che avevamo perso la natura della vita, lo stare sulle cose, negli abbracci infiniti, nei tiri a pallone in giardino, sul divano a leggere un libro; era prima che non era naturale non osservare di nascosto- da dietro alla porta- i miei figli che giocano, che inventano storie, che litigano, che riescono a stare un’ora davanti a un foglio da disegno; era prima che non era naturale non rispettare i loro tempi, sollecitarli sempre a muoversi e a lasciare perdere giochi e chiacchiere perché inseguivamo un tempo che ci faceva sue vittime; era prima che non era naturale non avere tempo per impastare la pizza, fare una torta o preparare una cena alternativa e più curata per mio marito; era prima che non era naturale non fermarmi a pensare, a chiedere a me e alla persona che amo “Come stiamo?” , “Quali sentimenti ci attraversano?”, “Quali paure abbiamo?”…sì, perché le paure le abbiamo…parliamone…guardiamole in faccia.

Era prima che non era normale non fermarsi a guardare i colori della primavera, non respirare i suoi profumi, non alzare la testa al cielo azzurro e osservare le figure delle nuvole bianche. Era prima che non era normale non pensare all’oggi, al qui ed ora, ma pensare e programmare sempre il futuro, le vacanze, il prossimo anno scolastico..No!

Il Coronavirus mi ha insegnato che vivere è oggi, non domani. Mi ha insegnato a godere degli abbracci dei miei figli, a godere dei colori e dei profumi della primavera, a non pensare a quello che sarà, ma a pensare a come è adesso, a come stiamo adesso. E domani, forse, sarà ancora più bello perché OGGI stiamo bene, perché abbiamo GODUTO dell’oggi.

Sono immensamente grata a questo periodo, ai miei figli, a mio marito, all’amore che ho respirato in questo periodo; sono grata ai miei alunni e alle loro famiglie perché in tanti mi hanno fatto capire che-nonostante le fatiche- si semina sempre, anche da remoto. Sono grata alle mie colleghe, perché è nelle difficoltà che ci si mette in gioco. Sono grata ai nonni dei miei figli, perché hanno imparato a fare le videochiamate. Sono grata ai miei fratelli, perché non c’è amore più grande! Sono grata agli amici, ai tanti messaggi di questo periodo; sono grata alla mia amica Anna, anestesista a Varese, che, tra le sue paure e le sue preoccupazioni, trovava il tempo per messaggiare con me.

Sono grata alla Vita…perché avevo bisogno di riscoprirla!

Stefania Vaiano, Busto Arsizio

 

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Pubblicato il 26 Maggio 2020
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