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Ecco come cambia il Parlamento con la vittoria del Sì

Con la riforma il rapporto tra cittadini e parlamentari sarà in linea con la media del continente, ma l'Italia sarà anche la nazione tra i grandi Paesi europei con il numero di parlamentari più basso. Ancora da quantificare il risparmio reale

parlamento

Con la vittoria del Sì al referendum i cittadini italiani hanno deciso di confermare la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari approvata nell’ottobre 2019, e che sarebbe dovuta entrare in vigore nel gennaio 2020.

Come cambia il Parlamento: taglio dei parlamentari e rappresentanza

In particolare, la riforma a partire dalla prossima legislatura ridurrà il numero dei seggi alla Camera da 630 a 400, mentre al Senato passeranno da 315 a 200. Un solo deputato rappresenterà così 151 mila cittadini rispetto ai 96 mila attuali, mentre un senatore ne rappresenterà 302 mila invece di 188 mila. Verranno inoltre ridotti i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: i deputati passeranno da 12 a 8, mentre i senatori da 6 a 4.

L’Italia non sarà più il paese col maggior numero di parlamentari eletti di tutta l’Europa occidentale, e il rapporto tra cittadini e rappresentanti si assesterà in linea con la media europea. Ora l’Italia diventerà all’opposto la nazione tra i grandi Paesi europei col numero di parlamentari più basso.

In ogni caso, la riforma costituzionale non modificherà i ruoli di Camera e Senato, che manterranno tutte le loro prerogative, nell’ambito del cosiddetto bicameralismo perfetto, in cui le due Camere hanno identiche funzioni (ma con basi elettorali e meccanismi di elezione diverse).

Referendum: quanto risparmierà lo Stato

Per quanto riguarda i costi della politica, secondo il Movimento 5 stelle la riforma permetterebbe allo Stato di risparmiare 500 milioni di euro ogni legislatura (100 milioni ogni anno). Secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani (l’ente dell’Università cattolica diretto dall’economista Carlo Cottarelli) il risparmio al netto delle tasse sarebbe invece di 57 milioni di euro all’anno, e quindi di 285 milioni ogni legislatura di cinque anni.

 

Pubblicato il 21 Settembre 2020
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