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Cinghiali e cervi, “specie fuori controllo che crescono esponenzialmente”

L'allarme di Coldiretti per i danni alle coltivazioni e non solo: "Un pericolo anche per la sicurezza stradale e delle aree urbane, sempre più oggetto di invasioni"

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Anche nel cuore dell’autunno continuano a susseguirsi le segnalazioni di danni da selvatici da un capo all’altro della provincia di Varese: «gli imprenditori agricoli sono delusi e scoraggiati e, molto spesso, una volta risistemati i campi vengono subito nuovamente divelti», lamenta Coldiretti.

Il tema e le criticità connesse sono noti: le azioni finora intraprese sono risultate purtroppo insufficienti ad arginare il problema. «Il problema va considerato sotto il profilo della sicurezza pubblica» dice Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese. «Ancora negli ultimi giorni i pascoli della sono stati presi d’assalto. Per quasi 7 cittadini su 10 (69%) ci sono troppi cinghiali che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono potenziali diffusori di malattie come la peste suina»

I dati sono confermati dall’indagine Coldiretti/Ixè in riferimento a una delle specie più endemiche in Italia che ha raddoppiato la propria popolazione da nord a sud del Paese negli ultimi dieci anni superando la soglia dei 2 milioni di esemplari, protagonisti di una escalation di incidenti, aggressioni, incursioni fino dentro le aree urbane dove sono arrivati a invadere vie e giardini pubblici alla caccia di cibo in mezzo ai rifiuti. Una escalation che purtroppo – spiega la Coldiretti prealpina – interessa anche il territorio lombardo e della provincia di Varese.

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Prati devastati nei dintorni della ciclabile di Varese, inizio ottobre 2020

I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

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Il cervo che domenica 25 ottobre si è spinto fino al centro storico del paesone di Lonate Pozzolo

E oltre ai cinghiali preoccupano anche i danni causati dai cervi. E in alcuni casi, si tratta di fenomeni sovrapposti: i primi scavano il cotico erboso e, rivoltando le zolle, pregiudicano persino la possibilità di un successivo taglio di fieno di qualità, dato che il terreno in questo modo torna a “ricacciare” erbe infestanti, influendo sulla quantità del foraggio. E dove i prati si sono salvati dall’invasione dei cinghiali, molto spesso passano i cervi, nutrendosi a dismisura di ciò che, invece, servirebbe ad alimentare i bovini: al danno, si aggiunge quindi la beffa di acquistare esternamente il fieno, il che fa lievitare ulteriormente la stima dei danni.

«Continueremo a raccogliere le segnalazioni delle imprese e a fare la dovuta pressione» continua Fiori. «Ribadiamo la necessità di affrontare il problema con la volontà di risolverlo in maniera effettiva e concreta. D’altro canto, le situazioni-limite si sprecano: e purtroppo in Lombardia ci troviamo a dover contare anche un nuovo incidente mortale, nel quale nei giorni scorsi è morta una ragazza di 21 anni che nel Cremonese ha perso il controllo della sua auto dopo l’impatto con un cinghiale che le ha tagliato la strada nel buio».
Solo pochi giorni fa un cervo è stato investito da un autobus in Valganna.

Pubblicato il 26 Ottobre 2020
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