I ristoratori e gli esercenti in piazza contro la Zona Rossa. “Conte, non dimenticheremo”
Il simbolo della protesta, cui ha aderito anche Ascom e la giunta comunale, sono i tavolini vuoti. In piazza anche il confronto con sindaco ed esponenti Pd
«Domani entra in vigore la zona rossa, tornate a casa». Nel traffico della sera, in centro a Gallarate, un ragazzo urla dal tettuccio di un’auto, simulando la ronda. Poco oltre, la piazza Libertà è ancora affollata di gruppi di ragazzini, quando iniziano a riunirsi i partecipanti alla nuova protesta dei titolari di bar, ristoranti e negozi, che contestano le misure della Zona Rossa.
Circa centocinquanta i presenti, valutati alla buona. Ristoratori ed esercenti, un bel pezzo di giunta con il sindaco Andrea Cassani, i vertici di Ascom Gallarate (tra cui Fabio Lunghi, che è anche presidente della Camera di Commercio), il deputato della Lega Matteo Bianchi. Dopo la protesta dei lumini, come simbolo questa volta gli esercenti hanno scelto i tavolini apparecchiati con gli slogan di giornata: “#iononapro ma #ionondimentico”, “caro Conte, è più sicuro il mio negozio che la mia rielezione”.
«Non sono untori! Siamo gente che vuole lavorare, non ce la facciamo più» urla a pieni polmoni Bruno Zonfrillo, già elettosi portavoce nella manifestazione di novembre che analogamente contestava la fase di Zona Rossa di fine 2020. «Fa un freddo un cane, ma siamo qui come i pinguini». Risuona anche un appello all’unità, dopo la protesta del #ioapro che ha avuto una adesione limitata: «Non dividiamoci: non siamo noi il problema, non siamo untori», urla Zonfrillo, titolare della nota pizzeria La Goletta.
A un certo punto al centro della piazza cerca un confronto Margherita Silvestrini, candidata sindaco in pectore del centrosinistra e consigliere comunale del Pd. Il confronto è a tratti animato ma assolutamente civile: «Sono venuta qui ad ascoltare» dice Silvestrini. I ristoratori raccontano le preoccupazioni, ribadiscono le richieste: pronti a chiudere, ma solo se ci sono ristori in grado di far fronte a tutte le spese. «Hanno risolto il problema alle fabbriche, a tutti, tranne che ai ristoratori», dicono. «Lo vada a dire ai suoi vertici provinciali, loro lo diranno ai regionali e di lì a Roma».
Il sindaco Cassani e la consigliera Pd Silvestrini durante il confronto con i ristoratorQualcuno contesta comunque il potere centrale: «Il problema è che a Roma decidono per la Lombardia». «E pure per Napoli» aggiunge una voce con accento campano. Nel confronto con Silvestrini si aggiunge il sindaco Cassani, che contesta anche i criteri di inserimento in Zona rossa, come già fatto anche da Attilio Fontana (che ora ricorre al Tar).
«Gli indicatori sono stati stabiliti non dal governo, ma dalla conferenza Stato-Regioni, a cui ha partecipato anche Regione Lombardia» ricorda, a margine della manifestazione, Silvestrini. Quanto agli aiuti alle categorie colpite, «non sarà consolazione di fronte alle difficoltà, ma il governo sta varando Ristoro 5, con ulteriori misure che recepiscono anche le osservazioni degli ultimi mesi: ad esempio i ristori saranno parametrati sugli incassi di un semestre e non su un solo mese, assorbendo le oscillazioni stagionali».
Come detto, in piazza erano presenti diversi consiglieri comunali, tra cui Rocco Longobardi e Sebastiano Nicosia (opposizione), Germano Dall’Igna (Forza Italia), oltre a un bel pezzo di giunta, quest’ultima schierata in pieno con la protesta. «Siamo scesi in piazza per sostenere una categoria, un intero comparto che sta soffrendo da troppo tempo e non può più resistere» dice l’assessore al commercio Claudia Mazzetti. «Questa zona Rossa non è sopportabile, ormai da un anno facciamo i conti: il vaccino è arrivato, la politica faccia la sua parte». Cosa dovrebbe fare? «Troppo facile dire agli altri di chiudere, scaricando la responsabilità: ora devono velocizzare i vaccini e farci uscire dall’incubo».
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