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I giovani imprenditori trasformano il cambiamento in nuovi modelli di impresa

Alle Ville Ponti il Gruppo giovani imprenditori dell'Unione industriali ha tenuto l'assemblea annuale. Giorgia Munari (presidente): "Possiamo rivestire il ruolo di cambiare il nostro Paese e il nostro territorio, partendo dalle nostre aziende"

Assemblea Gruppo giovani imprenditori 2021

Quando parole nuove entrano nel vocabolario quotidiano delle persone, è il segnale che il cambiamento è già in atto. Le parole sono i mattoni con cui noi costruiamo il nostro paesaggio interiore ed elaboriamo idee e concetti che poi modellano i contesti in cui agiamo. In questo momento storico, il Gruppo giovani imprenditori dell’Unione industriali della provincia di Varese è già nella fase due, cioè oltre le parole e nella piena consapevolezza del cambiamento.

Sostenibilità, circolarità, digitalizzazione sono ormai concetti acquisiti, presenti da qualche anno nelle relazioni del gruppo dirigente. Nell’assemblea che si è tenuta lunedì sera alle Ville Ponti di Varese la presidente Giorgia Munari ha indicato una via operativa, cioè ha detto che cosa bisogna fare in questa fase. «Dobbiamo decodificare nuovi modelli di fare impresa ed economia perché il progresso è fatto di cultura aziendale e di contesti di riferimento. È in questa declinazione che vanno letti i fenomeni legati al digitale e alla sostenibilità. Ed è in questo scenario che come giovani imprenditori possiamo rivestire il ruolo di cambiare il nostro Paese e il nostro territorio, partendo dalle nostre aziende».

Se fosse stato presente l’economista Stefano Zamagni, il padre della “risorta” economia civile, avrebbe applaudito. Dopo tante battaglie culturali e accademiche sul fronte della cosiddetta economia integrale, cioè un’economia che guarda all’integrazione tra un giusto profitto e la valorizzazione delle persone, delle comunità e dell’ambiente, un segnale di allineamento forte a quei valori arriva dai giovani industriali di Varese.
I principi sui quali l’Europa in passato ha costruito il suo sviluppo, che ha nel Rinascimento italiano la sua epoca d’oro, sono dunque i mattoni con i quali costruire il presente e «i giovani imprenditori rappresentano una risorsa preziosa da valorizzare nella costruzione di questa cultura», ritrovata.

Assemblea Gruppo giovani imprenditori 2021

Gli effetti di questo cambiamento, secondo Giorgia Munari, si devono manifestare a partire da una nuova cultura organizzativa: «Tutte le trasformazioni che viviamo sono sì tecnologiche, sono sì economiche, sono sì logistiche. Ma tutte muovono dal necessario riposizionamento delle nostre imprese e dei nostri sistemi organizzativi più nel profondo. Per questo parliamo qui oggi di cultura organizzativa».

A quelli che temono la fumosità delle parole o la mancanza di realismo, la presidente dei Gruppo giovani imprenditori serve su un piatto d’argento uno studio di Harward secondo cui, un’organizzazione con una cultura diffusa orientata alla positività e al benessere delle persone offre risultati sorprendenti: + 31% di produttività individuale; +37% di fatturato; +300% di capacità di innovare; +44% di fedeltà dei dipendenti al proprio posto di lavoro. Insomma,  i numeri dimostrano la convenienza di questo passaggio.

C’è un altro aspetto che va tenuto in conto per la sua importanza in termini di autorevolezza. Giorgia Munari all’assemblea annuale ha citato i passaggi principali di uno studio di posizionamento, di cui è stata group leader, intitolato “Young Enterpreneurs in the new era of sustainability and digitalization” (“Giovani imprenditori nella nuova era della sostenibilità e della digitalizzazione“) e presentato qualche giorno prima al World Manufacturing Forum di Cernobbio. «Occorre uno sguardo lungimirante e, allo stesso, disincantato e ragionato sulle sfide che ci attendono nel prossimo futuro – ha detto il presidente dell’Unione industriali, Roberto Grassi – . Servono occhi giovani in grado di offrire punti di vista differenti e originali. Abbiamo sempre definito questo Gruppo giovani imprenditori una palestra della futura classe dirigente del nostro territorio. Sono sicuro che sia ancora così. Ma ancor di più sono certo che questo movimento oggi non rappresenti più solo un campo di allenamento, ma un incubatore di idee concrete».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 26 Ottobre 2021
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