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Approvato il piano cave della Provincia di Varese

Il nuovo piano, rinnovato in un quadro ancora di incertezze, prevede otto ambiti territoriali estrattivi - per un totale di dieci cave - e tre cave di recupero

Lonate Pozzolo generica

La Provincia di Varese ha approvato il nuovo “piano cave, che detta le regole per il settore dell’estrazione di sabbia e ghiaia. Il piano precedentemente in vigore era stato approvato nel 2008 ed era scaduto nel 2018.

Il piano cave governa per il settore sabbia e ghiaia otto ambiti territoriali estrattivi – per un totale di dieci cave – e tre cave di recupero attive.
L’amministrazione Provinciale nella stesura del nuovo piano cave (delegato dalla Regione) ha tenuto conto della legge regionale 8 novembre 2021 – n. 20 “Disciplina della coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava e per la promozione del risparmio di materia prima e dell’utilizzo di materiali riciclati” che  proroga la validità dei piani cave ancora efficaci o già scaduti, conferma le competenze delle province e «sostituisce» i Piani Cave con i Piani per le Attività, ammette la possibilità di portare a conclusione il procedimento in corso (con adozione dello stesso entro l’approvazione degli strumenti attuativi).

Lo stato di attuazione del piano cave 2008-2018 evidenzia, in estrema sintesi, come le dinamiche estrattive ipotizzate siano state, in gran parte, disattese, ciò in ragione della crisi economica degli ultimi anni.
A livello provinciale negli ultimi dieci anni è stato estratto meno della metà di quanto programmato nel decennio, a causa prima della crisi economica e poi per quella sanitaria,con alcune specificità territoriali: la presenza di bacini a maggiore produzione (e quindi a più prossima sofferenza, in termini di risorse disponibili autorizzate) e, di contro, bacini con un’ampia presenza di riserve residue, già autorizzate o autorizzabili.

Sul territorio in realtà ci sono differenze notevoli: l’ambito Ticino (il più grande, con oltre 9 milioni e mezzo di metri cubi di estrazione autorizzati, tra Somma Lombardo e Lonate Pozzolo) è stato effettivamente sfruttato per il 67,63%, così come è stata sfruttata significativamente l’ambito Olona Sud-Bozzente, sfruttata al 61,51% (zone di Gorla Minore, Gerenzano, Uboldo, ecc). Mentre più bassi sono stati i valori di scavo dell’ambito Seprio, effettivamente scavata al 25,89% (cave di Gornate, Venegono Inferiore). Le cave di recupero – dove si scava per consolidare e mettere in sicurezza, semplificando – sono stati sfruttati effettivamente il 54,35% dei 2,7 milioni di metri cubi complessivi autorizzati.

L’analisi di massima dello stato di attuazione del Piano Cave e delle riserve residue porta a ritenere che la nuova pianificazione potrà concentrarsi sulle risorse interne (o in ampliamento) agli ATE vigenti. Il nuovo piano cave – dice l’amministrazione provinciale – promuove lo sviluppo sostenibile, correlando le opportunità di sviluppo socio-economico nel soddisfare i fabbisogni effettivi di mercato, con la previsione di adeguate modalità di tutela del territorio e dell’ambiente, e con il rispetto del patrimonio delle aree agricole, di quelle destinate al verde e di tutto il patrimonio naturale non rinnovabile.

Tra le esigenze future segnalate dagli industriali c’era anche la previsione di un fabbisogno legato alle opere per le Olimpiadi del 2026.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 17 Febbraio 2022
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