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Masterplan 2035: “Regione lascia il territorio a Sea”

Dopo l'incontro con Sea e Regione, in commissione il consigliere Claudio Brovelli ha auspicato una maggiore determinazione da parte del Cuv sul no al Masterplan

masterplan Malpensa 2035

«Ancora una volta stiamo assistendo alla delega da parte di Regione Lombardia a Sea per la progettazione del territorio».

Il consigliere Claudio Brovelli (Sinistra per Somma) lo ha affermato con chiarezza e determinazione ieri, mercoledì 16 febbraio, durante la commissione Territorio in cui si è fatto il punto sul Masterplan 2035 e sulle richieste dei sindaci del Cuv recentemente avanzate al tavolo con Regione Lombardia

«Manca la capacità di Regione di coniugare le esigenze di Malpensa con quelle del territorio; ha rinunciato al suo ruolo e si adegua alle decisioni di Sea», ha continuato.

Le richieste dei sindaci del Cuv

Il sindaco, Stefano Bellaria, ha fatto il punto della situazione: dopo la presentazione del documento dei sindaci del Cuv dello scorso 13 dicembre al ministero della Transizione ecologica che conteneva il parere negativo al Masterplan 2035, Regione Lombardia da qualche settimana sta provando a instaurare un dialogo tra Enac, Sea e i Comuni e il Parco del Ticino (anch’esso si è opposto) «non per farci cambiare idea, ma per trovare esigenze che sembrano viaggiare in parallelo».

Il 9 febbraio i sindaci del Cuv sono stati convocati dagli assessori regionali Raffaele Cattaneo, Pietro Foroni e Claudia Maria Terzi per capire i punti fondamentali, i temi concreti su cui i sindaci sentono di non poter fare un passo indietro: «Così abbiamo fatto una sintesi, trasformando il nostro documento di otto pagine in uno di due, che potesse tenere tutte le esigenze dei comuni».

I punti “imprescindibili”

Quali sono i punti cardine individuati dal Cuv? In primis la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini («Non è ancora applicato il piano del verde previsto dalla legga del 1999»), un’espansione graduale di Cargo city a partire dal sedile aeroportuale, «come è già stato fatto negli ultimi due anni, visto che da 500 tonnellate all’anno ora ne vengono trasportate quasi 700. Magari non c’è più bisogno delle stesse superfici che erano state previste».

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Poi, l’ installazione di centraline per il controllo della qualità dell’aria anche a nord, la differenziazione delle tariffe da applicare alle compagnie per ammodernare le flotte («Sea ha già dato la disponibilità»); l’individuazione di quattro strade indispensabili: la tangenziale Nord di Somma Lombardo e Arsago Seprio, il completamento della Sp28 per il tratto da Samarate alla zona industriale di Ferno, la tangenziale Ovest di Gallarate (da Besnate a Cardano al Campo: mettere in sicurezza via Giovanni XXIII, che da Cuoricino si riconnette alla superstrada) e la Ss341 Gallarate-Vanzaghello.

Oltre all’ambiente e alle infrastrutture, Bellaria ha sottolineato che bisogna anche tenere conto dell‘occupazione: «Bisogna aumentare la percentuale di persone che lavorano in aeroporto, realizzando un’Academy, un nuovo ITS che dovrebbe preoccuparsi di formare le figure professionali che lavorano in aeroporto e che non trovano oggi una formazione specifica»; insieme a un’idea più facile come l’apertura di uno sportello lavoro unico, dove far convergere le varie proposte lavorative.

«Il Cuv non può far altro che dialogare, ma auspico una maggiore determinazione almeno su qualche punto. Questi ampliamenti li abbiamo ancora senza una valutazione ambientale strategica, senza limiti al traffico, senza una netta regolamentazione dei voli notturni, senza un nuovo piano d’aria e senza nemmeno che le compensazioni ambientali siano state realizzate per intero», ha concluso Brovelli, commentando i punti fondamentali presentati dai sindaci del Cuv, «bisogna ancorarsi alla posizione negativa sul Masterplan, perché si legittimano future richieste a Regione Lombardia: porre limiti al traffico e rifare un nuovo piano d’aria».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 17 Febbraio 2022
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