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Elena e Laura partono da Marnate per recuperare Milana, la loro “sorella d’Ucraina”

Milana, ventun anni, era bloccata nei giorni scorsi in un villaggio circondato dai russi, tra ponti distrutti e servizi interrotti. Ora insieme a quattro parenti è riuscita ad arrivare oltre la frontiera di Medykan in Polonia

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Da Marnate in valle Olona al confine polacco-ucraino: Elena e Laura Colombo sono pronte a partire questa sera (8 marzo) dal paesino in provincia di Varese per andare a recuperare Milana, la loro “sorella ucraina”.

Il legame, anche in questo caso, è dato dai progetti per i “bambini di Chernobyl”, che portavano i più piccoli in Italia per soggiorni terapeutici, in questo caso tramite l’associazione Noi con Voi, nata a Gornate Olona e che invece oggi ha il suo cuore pulsante tra Samarate e Castano Primo.

«Milana è venuta da noi per la prima volta che aveva 7 anni, oggi ne ha 21» racconta Elena Colombo, a poche ore dalla partenza. «È stata sempre qui da noi. per tanti anni d’estate. Quest’anno era venuta due settimane a dicembre, poi è rientrata, un po’ inconscia di quanto stava per accadere».

Circondati dai russi

Milana vive a Kopyliv, non lontano da Kiev. «Il villaggio è circondato dai russi, sono stati una settimana senza gas, luce e acqua calda» racconta Elena. Milana saliva in mansarda per “agganciare” il segnale della rete cellulare e mandare messaggi, con aggiornamenti ridotti all’essenziale (a volte un semplice “siamo vivi”)

«Sono rimasti bloccati lì, perché da un lato la strada era stata fatta saltare in aria, dall’altra ci sono i tank russi. I russi hanno sparato anche un po’ contro i veicoli, per evitare che le persone se ne andassero». Dopo qualche giorno e con comprensibile preoccupazione, la famiglia alla fine si è decisa a uscire. «L’altro ieri sono usciti con un’auto con le scritte all’esterno “bambini a bordo”. C’erano Milana, la mamma, il fratello di 7 anni, la cuginetta di 3 anni la zia. Solo il nonno è rimasto al villaggio».

Al confine con la Polonia, dove arrivano i rifugiati

Come moltissimi da Kiev hanno raggiunto Leopoli, la città di Galizia a poche decine di chilometri dalla Polonia. Da Leopoli i rifugiati – che qui arrivano in treno, in bus o con mezzi di fortuna – raggiungono i valichi con la Polonia: il maggiore è quello di Medyka, dove da giorni transitano migliaia di persone (qui il nostro reportage da Medyka).

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I pullman che dal valico di Medyka portano alla vicina città di Przemyśl

Da lì si raggiunge la vicina città di Przemyśl, che in questi giorni è diventata il centro della solidarietà europea (qui il nostro reportage dal centro città, domenica) e anche un palcoscenico mediatico (oggi fa notizia lo scontro tra Salvini e il sindaco della città, un conservatore che gli ha contestato i rapporti con Putin).

Ma In questa città di 60mila abitanti convergono soprattutto i volontari da tutta la Polonia e anche dall’estero, per accogliere chi fugge con umanità: «Milana e la sua famiglia lunedì alle 20 sono arrivati a ridosso del confine, poi hanno fatto 5-6 km a piedi, ora sono alla “palestra 225” (centro di accoglienza organizzato, ndr). Sono sereni e c’è tutto a disposizione».

Laura ed Elena, insieme ai compagni, arriveranno in furgone, con viaggio di 1600 km affrontato in questi giorni anche da un altro gruppo dell’associazione Noi con Voi. «Partiamo stasera alle 20.30. Scarichiamo materiale che può essere utile e poi ripartiamo con Milana e i suoi quattro parenti».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 08 Marzo 2022
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