Quantcast

Da Woody Allen a Renato Zero: la storia imprenditoriale di Silvia Lischetti diventa un libro

Gli anni dell'azienda di arredamento Cyrus, con il suo indimenticabile total white, le sue avventure imprenditoriali confluiscono nelle memorie "Posso scrivere un libro?", edito dalla casa editrice che Lischetti ha appena aperto per dare voce alle scrittrici

Licia Lischetti libro - gallarate 2022

Fare imprenditoria negli anni Settanta, in un mondo prevalentemente maschile, la forza della creatività e del duro lavoro: è solo una parte della storia di Silvia Lischetti e dell’azienda Cyrus, quando aveva come clienti Woody Allen, Susan Sarandon, Renato Zero e Sabrina Ferilli che si affidavano a lei per arredare le loro case.

Ora i suoi ricordi diventano un libro dal titolo provocatorio, Posso scrivere un libro?, uscito nel febbraio 2022. «Nel libro c’è dentro tutta la mia vita, è come se fosse un diario, un libro di ricordi. Tiro le somme della mia vita movimentata, ho quindi pensato di scrivere un racconto», spiega Lischetti.

Gli anni dell’imprenditoria: da Cyrus a Chic&go

Lischetti, originaria di Varese, ha trascorso parte dell’infanzia e dell’adolescenza tra Gallarate e Samarate, dopo che il padre, medico, fu spostato a Samarate: l’imprenditoria non è stata la sua prima scelta, confessa. «Io avevo lasciato la facoltà di medicina perché troppo impegnativa, mi ero appena sposata e avevo una bambina piccola; andare a Milano e seguire tutte le lezioni in presenza era difficile. Dovevo scegliere tra iscrivermi a giurisprudenza e l’imprenditoria: ho scelto la seconda».

Da qui la scelta di aprire la Cyrus Company, un’azienda di arredamento: «Mio marito era nel mondo dell’arredamento e conoscendo i suoi clienti, ho scoperto che erano persone normali. Ho capito che potevo farlo anche io». Lischetti è partita da un capannone a Vanzaghello, investendo 5 milioni di euro nel 1970, è stata una pioniera dell’imprenditoria femminile: «Negli anni Settanta ero l’unica donna ad aver fondato una ditta di arredamento, ed è pazzesco perché si tratta solo di cinquant’anni fa: è stata una bella lotta, ricordo ancora quando i direttori di banca mi chiedevano la fideiussione di mio marito. Era tra il comico e il tragico, ma anche adesso le donne hanno più difficoltà nel mondo del lavoro rispetto ai colleghi uomini».

Licia Lischetti libro - gallarate 2022
Il libro Posso scrivere un libro?

Dopo un avvio in salita ripida, Lischetti ha deciso di dare un taglio personalissimo alla propria produzione di arredamento: dopo un viaggio che la portò in tutta Italia a studiare i prodotti della concorrenza, indagando anche quali fossero le caratteristiche più richieste dagli acquirenti, creò una linea tutta sua che comprendeva il primo salotto imbottito nella storia del design. «Ero diventata una designer – continua – ho rissato dei punti fermi della mia linea che potessero essere di successo. Creazione puntata sulla logica. Da lì è iniziato il vero e proprio business».

Lischetti seguiva il prodotto dalla A alla Z: era lei stessa a disegnarlo, ne seguiva le varie fasi della realizzazione, controllava l’organizzazione delle consegne, fino ad aiutare a scaricare i container. In quegli anni inventò il “bianco totale” – dal divano agli armadi – che diventò la cifra distintiva dell’azienda.

Successivamente ha trasferito l’azienda a Vizzola Ticino, a villa Caproni per la precisione (gli uffici erano al piano superiore, mentre al piano terra c’era lo show room), e poi a Verghera (frazione di Samarate); nel frattempo aveva aperto uno show room a New York, uno a Parigi e tre a Milano (il primo in corso Europa, poi spostato in via Borgospesso vicino a via Montenapoleone per seguire i clienti internazionali). Tra i clienti famosi si ricordano Giorgio Albertazzi, Amadeus, Manuela Arcuri, Gianluigi Buffon, Christian De Sica, Fabio Fazio, Jovanotti, Ottavio e Rosita Missoni, Laura Pausini, Sting, Ornella Vanoni e Renato Zero; a New York ha conosciuto Woody Allen, James Franco, Whoopi Goldberg, Hugh Grant, Brad Pitt e Susan Sarandon che si innamorarono del marchio Cyrus e ne divennero subito acquirenti fedelissimi.

Dopo la vendita dell’azienda Lischetti non si è certo fermata: «Dove c’è da creare io mi butto, dall’azienda di arredamento, all’abbigliamento alla ristorazione». E così è stato: «Dopo aver venduto la ditta di arredamento ho pensato a qualcosa che mi permettesse di sfogare questa smania di creare e ho pensato all’abbigliamento, erano gli anni Duemila: ho scoperto un settore molto impegnativo e forte nell’investimento, sono entrata negli anni più duri e ho speso tutte le mie forze per creare un’azienda; successivamente mi sono buttata sulla ristorazione creando una catena di bar».

L’idea è nata passeggiando a New York, la sua città del cuore, dove mangiava spesso in un ristorante: «Andavo sempre in un piccolo bar che faceva tantissimi piatti con l’aragosta, cosa che in Italia non c’era: ho pensato di aprire un negozio in piazza Virgilio a Milano (Chic&go), che però non è subito bene; iniziai ad andare in negozio tutti i giorni e davo indicazioni ai proprietari, facevo anche la cameriera e in pochi mesi ho raddoppiato il fatturato. La ristorazione è stata un’esperienza diversa sotto il punto di vista del contatto con il cliente e del marketing, ma è stressante dal punto di vista fisico».

L’avventura della casa editrice “al femminile”

Ora, arrivata a settantasette anni, ha trovato qualcosa di fisicamente meno provante: la scrittura, insieme all’idea di aprire una casa editrice, Incontra edizioni, che ha sede a Gallarate. «Ormai Gallarate per me è un punto fermo, dove peraltro abita mia figlia: è una bella cittadina molto tranquilla, ma le manca il guizzo di mondanità che ha Milano. Ecco, a Gallarate si può scrivere».

Il suo libro è il primo pubblicato da Incontra edizioni, che vuole essere una casa editrice totalmente al femminile: «Voglio stampare le storie di tante altre donne che hanno fatto un percorso molto complicato, perché una donna oggi ha molta più difficoltà rispetto a un uomo e non solo nel mondo del lavoro». Il sito di Incontra sarà online a novembre e per l’occasione del lancio ufficiale verrà indetto un contest con l’invito a tutte le scrittrici – o aspiranti tali – a inviare il proprio manoscritto che sarà visionato e, nel caso di parere positivo, pubblicato.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
Per me scrivere significa dare voce a chi non la ha. Il giornalismo locale è il primo passo per un nuovo, empatico e responsabile incontro con il lettore. Join in!
Pubblicato il 12 Ottobre 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore