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A Gallarate il sindaco Cassani e Forza Italia litigano, forse sui supermercati

I forzisti hanno sollevati diversi temi negli ultimi mesi. Mucci parla di "maleducazione ed egocentrismo" di Cassani, il primo cittadino allude a conflitti d'interesse ed evoca il fantasma dell'inchiesta Mensa dei Poveri

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A Gallarate si è accesa una polemica tra il sindaco Andrea Cassani e l’ex sindaco Nicola Mucci, che è il referente di Forza Italia, di cui è esponente di lungo corso. Una polemica che sconfina nel personale e che sembra avere, come sfondo, il tema dell’edilizia.

Di “scintille” tra Lega e Forza Italia si era già parlato a ottobre, ai tempi di Duemilalibri. Con Mucci che aveva criticato l’invito a Marco Travaglio, aveva chiesto le dimissioni del curatore della rassegna Luigi Mascheroni, criticando (indirettamente) le scelte dell’assessorato alla cultura guidato dalla leghista Claudia Mazzetti. Polemica finita in nulla, nella concretezza dei fatti, ma che politicamente sa di avvisaglia.

E adesso?
Adesso lo scontro scoppia d’improvviso, tocca nervi scoperti, sconfina nel personale.
«Dopo l’improvvida uscita di Mucci mi chiedono se si tratta di un ritorno al passato per Forza Italia e sinceramente non so cosa rispondere» ha detto il sindaco Andrea Cassani, alludendo (in modo non troppo nascosto) al passato scoperchiato dall’inchiesta Mensa dei Poveri, che aveva mostrato l’intreccio tra affari e politica, nel gruppo che faceva capo a Nino Caianiello, grande timoniere di Forza Italia per vent’anni o giù di lì.

Non è stato l’unico riferimento fatto da Cassani al passato di Forza Italia, tirando in ballo direttamente Mucci, per la sua professione nel settore immobiliare: «Ognuno è libero di svolgere la professione che preferisce, ma il lavoro di ciascuno non deve interferire con il ruolo politico» ha aggiunto Cassani. Per poi aggiungere un ulteriore riferimento caustico: «Abbiamo già visto in passato com’è finita».

La replica di Nicola Mucci non si è fatta attendere. «Andrea Cassani dovrà fare uno sforzo nel comprendere che alla guida di Forza Italia c’è un uomo ed un gruppo dirigente non avvezzo a compromessi quando si parla di onorabilità nonché del futuro e dello sviluppo economico e lavorativo di Gallarate», si legge nella nota, pubblicata da Malpensa24, che prosegue con un passaggio molto personale: «così come dovrà comprendere che dovrà reprimere la sua innata maleducazione ed egocentrismo, per molto tempo profusi ad ampie mani nei confronti di assessori, dirigenti, funzionari comunali e semplici cittadini».

Nuovo attivisimo di Forza Italia

È la prima volta che Forza Italia è critica in modo così esplicito, anche su un tema (lo stile istituzionale di Cassani) su cui in passato c’erano stati malumori, ma che non erano mai stati espressi con note ufficiali o davanti a un microfono acceso. Il botta-e-risposta di quest’ultimo mese potrebbe indicare un rinnovato attivismo di Forza Italia, che dopo l’esplodere del caso Mensa dei Poveri era rimasta sottotraccia (salvo che sul tema dell’ospedale, su cui FI aveva assunto posizione critica, dentro e fuori dal consiglio comunale).

Forza Italia ha acquisito anche alle sue file un centrista di lungo corso come Donato Lozito, entrato nel partito dopo l’esperienza della lista civica Centro Popolare Gallarate, che l’ex democristiano aveva animato nel 2021 insieme alla componente legata a CL.

Lozito non è in consiglio comunale, mentre l’unico consigliere di CPG – Luigi Galluppi – ha deciso di non seguirlo in Forza Italia: in una nota la civica ha sottolineato che «le motivazioni per le quali Donato ha deciso di abbandonare il CPG devono essere  necessariamente ricondotte ad una scelta del tutto personale, come tale da rispettare anche se non ne comprendiamo, al momento, tutte le ragioni. La sua scelta infatti, non nasce certo da un cambiamento di rotta politica del CPG o da intervenute divergenze o differenze di visione politica».

Il nodo dell’urbanistica

Cassani, nei suoi duri interventi riferiti a Mucci e al suo ruolo professionale.
Il team è quello della revisione del Piano di Governo del Territorio, approvato nel 2011 e poi mai rivisto: la precedente Variante – che era arrivata al primo passaggio in consiglio – fu ritirata in fretta e furia nel 2019, dopo l’inchiesta Mensa dei Poveri che aveva mostrato come ci fossero fondati dubbi che il Piano fosse stato inquinato da pressioni illecite (l’inchiesta è sfociata in patteggiamenti, condanne ma anche in assoluzioni).

Ora: sono passati dodici anni dal precedente Pgt e Forza Italia spingeva per una revisione. Cassani dice che «il Pgt si farà» ma ha anche lanciato un avvertimento sibillino: «Se qualcuno ha come idea solo quella di agevolare la media e grande distribuzione ha sbagliato a capire».

Il tema del Pgt è reale, nel senso che la programmazione urbanistica deve rispondere a esigenze reali che cambiano e che non toccano solo l’edilizia (dalla logistica ai trasporti, alle ciclabilità, in mancanza anche di un piano specifico), in questi anni si è proceduto anche con varianti puntuali. Certo, il Piano di Governo del Territorio è anche il luogo di composizione di interessi diversi ed è tema delicato e centrale nell’amministrazione.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 13 Novembre 2023
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