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Le “gimkane” di Giorgio Cantù, il pilota sommese che dava spettacolo in Calabria

Arrivava in Mini Minor e dormiva in una canadese: il percorso di abilità organizzato insieme al fratello era "l'evento" dell'estate a Briatico, in riva al Tirreno. Domenica sarà ricordato a Magenta durante l’annuale incontro degli emigranti dal paese calabrese

Somma Lombardo generiche

Anni Settanta, tutto un paese – Briatico, sul Tirreno – si riunisce per lo spettacolo della “gimkana”, la corsa in auto, tutta curve. Pescatori e ragazzine, operai ed emigranti che tornano, ma anche tanti turisti vengono ad assistere alle evoluzioni che vedono protagoniste auto “truccate”, arrivate anche da lontano.

E su tutte una: la Mini Minor di Giorgio Cantù, un ventenne del Varesotto, da Somma Lombardo, che era un po’ l’ideatore e l’idolo delle folle di quella curiosa gara, nelle estati degli anni Settanta. Tanto da essere famoso ancora oggi, dopo sessant’anni.

«L’allora ventenne esperto guidatore, che successivamente diventerà architetto, era nato nel Varesotto, a Somma Lombardo, il 6 gennaio del 1950. Lo ammiravano e lo stimavano tutti in paese, a Briatico, oltre per la sua grande bravura dimostrata al volante come pilota, anche per la sua grande umanità, per la simpatia, per il suo sorriso, per come si poneva con gli altri, sempre gentile, cordiale e disponibile. Era il “turista” milanese atteso tutto l’anno, era l’amico, per tutti un “mito” di cui essere orgogliosi» ricorda Franco Vallone, storico del paese affacciato sul Tirreno.

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La “Gimkana in Piazza” era organizzata dalla Pro Loco di Briatico proprio con l’aiuto di Giorgio Cantù e del fratello Renzo, oltre che dell’Aci di Catanzaro e del Comune.
Renzo e Cantù trascorrevano le ferie nel paese calabrese. «In una tenda canadese, presso il “Camping Squalo 33”, il campeggio situato nel grande uliveto» ricorda ancora Vallone, rievocando un tempo in cui le vacanze in campeggio erano in voga, più in tenda che nei bungalow comodi di oggi, che l’offerta turistica è diventata sempre più organizzata, in Italia.

Giorgio Cantù, deceduto a fine anni Ottanta, è rimasto un mito per Briatico a tal punto che la sua figura sarà ricordata domenica prossima (3 dicembre 2023),  durante l’annuale incontro dell’Associazione Briatico nel Mondo, presieduta da Angelo Melluso,  che si tiene a Magenta.

Sarà per molti l’occasione di rievocare quelle estati lontane, quando la piazza IV Novembre veniva completamente transennata e veniva attrezzato il percorso, con balle di paglia, vecchi copertoni, centinaia di lattine vuote di olio per motori recuperate nelle officine di tutto il circondario. «Era questo l’affascinante scenario della gimkana, una piazza dove la sera prima della gara lo stesso Giorgio Cantù, con i suoi amici collaboratori, tracciava pazientemente il circuito sull’asfalto reso rovente dal sole. Con della pittura bianca a tempera si creava, pian piano, l’itinerario di corsa».

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Giorgio Cantù arrivava da Milano a Briatico con la sua auto ribassata e truccata. Era una piccola e aggressiva Innocenti Mini Minor di colore bianco e con il paraurti bull bar anteriore, in tubolare, di colore nero ed i grandi fanali fendinebbia, con tanti adesivi pubblicitari del mondo dei motori ed i loghi di appartenenza di squadra, la Turascia Corse prima e, successivamente, lo Sprint Club di Milano. «Una settimana prima della gara Cantù faceva affiggere le locandine che pubblicizzavano la Gimkana di Briatico, sui muri, sulle vetrine dei negozi ed anche sul cofano e sulle fiancate della sua Mini e delle auto dei suoi tanti amici che arrivavano da Milano. Con il suo “gioiellino” di auto Cantù testava personalmente il percorso con le tante curve a gomito, le inversioni ad U con i testacoda, le frenate improvvise effettuate con il freno a mano, gli zig zag veloci tra lo slalom di lattine e copertoni».

Sulla pista all’ombra del doppio campanile della chiesa scendevano varie categorie, ben cinque classi suddivise per diverse cilindrate del motore delle auto ed anche alcune classi speciali; c’era quella riservata al guidatore più anziano, la classe tutta rosa riservata alle donne e quella per le vetuste auto d’epoca. «I briaticoti accorrevano alla gara in tanti e tra i tanti c’era chi partecipava alla competizione con una vecchia Fiat Topolino, di colore verde bottiglia, mentre il fratello correva con una Opel Olimpia Coupé di colore rosso; era il 1972. A gareggiare in “pista” una veloce Spitfire Coupé́, una vecchia Alfa Romeo»

Ma non solo: c’era un francese che arrivava con la sua potente Renault Alpine A 110 1600 S, di colore blu, e un romano che portava la sua Simca 1000 Rallye. E ancora Fiat 500, Renault 6, Fiat 850 Coupé. Qualcuno ci racconta che «un anno stava per vincere il primo posto in classifica quando, a pochi metri dal traguardo, si ruppe il laccio d’acciaio dell’acceleratore e per quell’improvviso inconveniente perse la gara». Lo stesso ricorda che all’epoca aveva utilizzato degli accorgimenti davvero ingegnosi: «Non esistevano ancora le cinture di sicurezza e si era legato al sedile con una serie di cinghie di pelle. Aveva anche zavorrato il cofano dell’autovettura, riempiendolo di mattoni pieni, per avere più stabilità nella guida». C’era persino la Fiat Balilla nera, a tre marce, del parroco. Un gommista si presentava regolarmente con una Fiat 500 azzurra con il vano motore semiaperto

Si sfidavano soprattuttutto le Mini Minor, le Mini Cooper, le 600 Abarth e le Fiat 500, le più adatte a una competizione di agilità.
Il microfono per la cronaca in diretta era affidato sempre al professore Pasquale Prostamo, un briaticese, vero speaker sportivo del paese dalla buona dizione.

«La partenza della gara era una linea bianca situata, per alcuni anni, davanti al Bar dello Sport, altre volte la starting line era situata dalla parte opposta della piazza» ricorda ancora Vellone. «I giudici di gara, con il cronometro in mano, gli organizzatori e lo speaker, erano seduti a dei tavolini del bar, sotto ombrelloni da mare; prendevano appunti, controllavano, vigilavano e valutavano le performance dei corridori. Memorabile periodo quello della Gimkana di Briatico, come memorabile è il duello di corsa, nella categoria massima cilindrata, tra un vibonese che gareggiava con la sua Triumph Spitfire 1500, color giallo oro, ed un francese di nome Jan Pierre che correva con una potente Renault Alpine A 110 1600 S. Fu una vera e propria battaglia rombante, che in molti ancora ricordano a distanza di tanti anni. A fine gara, accanto al palco in legno colorato allestito nei pressi di Piazza Marconi, si posizionava una moto ape con la tromba amplificata sul tettuccio collegata ad un microfono; poi salivano sul palco i vari rappresentanti dell’organizzazione e lo stesso Cantù, per le premiazioni».

In una delle rare foto che sono sopravvissute, messe a disposizione dalla madre di Cantù, Giulia Magni, e dalla moglie del pilota, Rosalba Daccò, si riconoscono tra gli altri un giovane premiato con tanto di coppa in mano, Giorgio Cantù, il presidente della pro loco e l’allora vicesindaco del comune.

La foto è in bianco e nero, in questi casi si dice che il ricordo è sbiadito. Ma in questo caso non è così, visto che ancora la memoria di quel ragazzo lombardo dalla grande inventiva è vivo: domenica a Magenta saranno tutti lì, come se fosse ancora l’estate del 1971 o giù di lì.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Novembre 2023
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