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La radio di Bariloche e i fantasmi nazisti

Il viaggio in bici di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi passa dalla radio comunitaria in una città particolare: il rifugio dei nazisti in fuga

bicicletta Bariloche

Continua il viaggio della “bicicletta argentina”, l’avventura di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, partiti da Cuggiono (anche) sulle tracce degli emigranti della pianura lombarda sulle sponde del Ticino.
Il viaggio viene a contatto anche con la prima radio comunitaria, un altro spunto del viaggio, valorizzato anche con la partnership con Radio Popolare Milano

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La bicicletta argentina a Bariloche 4 di 7

Mercoledi 28 febbraio
Questa mattina incontriamo Gente De Radio, una radio comunitaria di Bariloche, una delle prime, iniziò le trasmissioni 35 anni fa. Si trova in un barrio alla estrema periferia della città, struttura molto piccola e spartanissima.

Ci accoglie Patricio Maqui, uno dei fondatori, ricercatore in biologia della locale università, ovviamente anche lui con origini italiane. Prima un collegamento con Radio Popolare e poi rilasciamo un’intervista ai giornalisti, volontari, della radio.

bicicletta Bariloche

Il mio spagnolo è veramente ciquito ma, mi assicurano, sufficiente per essere compreso (sperem). Parliamo a lungo con Oscar, un mapuche che vive a Bariloche, della condizione e delle lotte del suo popolo.

Una faticaccia per trovare e registrare una sim per il telefono. Il grande lago con le Ande sullo sfondo è davvero maestoso; una curiosità che meravigliera solo gli ignoranti come me ma qui chi va in montagna sono gli andinisti con tanto di club.

Siamo nella piazza principale, sulla pavimentazione sotto I disegni stilizzati dei fazzoletti bianchi delle madres de plaza de mayo i nomi dei loro cari, desaparecidos durante la dittatura, barilo che ricorda. Nel mezzo della piazza la statua equestre di primo Capraro.

Nel pomeriggio sempre dalla stessa piazza si prepara una rumorosa manifestazione di lavoratori del settore turistico. Chiediamo, mi spiegano i lavoratori,di anticipare di due l’aumento salariale previsto per maggio; l’inflazione, continuano, sconvolge i prezzi quotidianamente: lo scorso anno è stata del 254% (no, non ho sbagliato a scrivere, Duecentocinquantaquattro per cento in un anno).
Anche oggi una decina di persone si è avvicinata interessata alle nostre bici che continuano a definire obras de arte.

Continuiamo il tour o meglio, l’horror tour della città. Dopo la piazza con gli assassinati dalla dittatura di Videla, altro cognome italiano, cerchiamo in calle 24 de septiembre 167, la casa di don Erico, al secolo Erik Priebke ovvero il comandante dell’SS alle Fosse Ardeatine che qui visse indisturbato ed onorato dal 1954 al 1994 quando fu catturato e processato per crimini di guerra.

La sua macelleria vendeva prodotti buonissimi, ci raccontava questa mattina uno dei fondatori della radio. La casa, a quanto pare abitata ancora dai discendenti del capitano nazista, si trova proprio di fronte alla oveja negra, la empanaderia dove abbiamo mangiato ieri sera.

A meno di 500 metri, in calle belgrano, troviamo anche l’istituto primo Capraro che Priebke diresse per molti anni: oggi la scuola, di proprietà dell’associazione culturale tedesco-argentina, continua la sua “opera educativa” con centinaia di.studenti. Don Erico godeva anche dell’amicizia dell’allora viceconsole italiano, Carlo Bottazzi, che ben si guardò dal denunciarlo: mi sembrava sinceramente pentito ebbe a dire (sic).

Anche altri criminali di guerra in fuga dalla giustizia come Josef Mengele, il mai catturato medico di Auschwitz, calcarono le strade di Bariloche. Pare non mancassero gli italiani: probabilmente qui ha vissuto anche Fiore Luterotti, spia fascista che a riva di treno portò al massacro 16 partigiani.

Rientriamo in albergo con il freddo nelle ossa e non solo per l’arietta fresca che si è alzata.
Un caro saluto e state in campana.
Carlino

Pubblicato il 29 Febbraio 2024
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