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Sulle bici in legno per 5mila chilometri: il viaggio sulle orme degli emigranti in Argentina

Tra Ottocento e Novecento 12mila lombardi della zona di Cuggiono emigrarono in Argentina. Carlo Motta e Enzo Bernasconi ripercorrono le loro orme, in un viaggio solidale di "gemellaggio" con tante realtà diverse

Cuggiono generiche generico

Dalle rive del fiume Ticino all’Argentina: Carlo Motta e Enzo Bernasconi sono due volontari di Bicipace (gruppo attivo da 40 anni nell’Alto Milanese), non nuovi a viaggi solidali, e quest’anno andranno dall’altra parte del mondo. Un viaggio che toccherà tante realtà diverse, seguendo anche le tracce degli emigranti italiani, a bordo di mezzi speciali, delle biciclette con telaio in legno.

«Percorreremo una parte della mitica Strada Nazionale 40, la strada più lunga dell’Argentina, una delle più lunghe al mondo» raccontano i due. La Ruta Nacional 40, RN40, attraversa tutta l’Argentina da Nord a sud (partendo da La Quiaca, al confine con la Bolivia, sino ad arrivare alla Fine del mondo, a Capo Virgenes, a pochi km da Ushuaia, nell’estremo sud dell’America meridionale. Oltre 5mila chilometri che costeggiano la cordigliera delle Ande.

«Non andremo alla ricerca dell’Argentina romantica descritta da Chatwin ma piuttosto punteremo le nostre ruote sulle tracce di quei migranti quasi sempre allo sbaraglio, in fuga da repressione, povertà, fame e guerre. Ricordare che anche noi siamo stati emigranti può aiutare ad osservare l’oggi in maniera più disincantata. Sarà un viaggio pieno di incontri: le ssociazioni di italiani e lombardi delle città che attraverseremo, semplici cittadini discendenti da migranti della nostra zona (di cui cercheremo di ricostruirne la storia), associazioni di ciclisti, associazioni sindacali e popolari; una fra tutte quella delle Madres de Plaza de Mayo».

L’obiettivo di questo viaggio di “pedali solidali”, a differenza di quelli realizzati negli anni scorsi (ne avevamo parlato), non è quello di raccogliere fondi per una causa solidale ma di ripercorrere una piccola parte di quelle strade che un enorme emigrazione tra il 1871 ed il 1915 ha portato in Argentina quasi due milioni di connazionali. Si calcola che oggi quello italiano sia il gruppo etnico più popoloso del paese sudamericano con oltre 20-25 milioni di persone. si passerà da luoghi simbolo, coma la Boca a Buenos Aires: «Dove si parlava anche il lunfardo, una lingua nata tra gli emigranti, che mischiava italiano, spagnolo» racconta Carlo Motta. Luoghi in cui si formò anche la coscienza politica e collettiva degli emigranti: «Qui fu eletto Alfredo Palacios, il primo deputato socialista d’Argentina, che teneva i suoi comizi in italiano e in catalano e si portava dietro un traduttore che parlava xeneize, genovese» (Xeneizes erano anche i fondatori del celebre Boca Junior).

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Con Guglielmino Baroni, progettista, e Roberto Olgiati, costruttore dei telai in legno

«Anche la nostra zona contribuì in maniera fondamentale a quell’esodo biblico» raccontano ancora Bernasconi e Motta. «Tra il 1880 ed il 1920 dei 30mila abitanti del Mandamento di Cuggiono (Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Castano Primo, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto, Turbigo, Vanzaghello e Villa Cortese) in oltre 12mila si imbarcarono in veri e propri viaggi della speranza attraversando l’Atlantico in cerca di una vita migliore». Una storia che, grazie alle ricerche di Ernesto Milani e all’attività dell’Ecoistituto, è ancora esperienza viva e provocatoria, nella zona di Cuggiono e dintorni.

La bicicletta di Ernesto Guevara

Tra le altre tappe ci saranno San Carlos de Bariloche, Mendoza dalle mille aziende vitivinicole, passo Cumbre con la statua del Cristo redentor de los Andes, Cordoba.  E ancora Alta Gracia, «dove visiteremo il la casa museo di Che Guevara, che tra le tante altre cose fu il primo cicloviaggiatore argentino». Il museo custodisce anche la bicicletta che Guevara utilizzò nel 1950 per un viaggio di oltre 4000 km tra le sconfinate province argentine e la Poderosa II, la moto Norton 500 che lo portò, assieme all’amico Alberto Granado, a conoscere la realtà del Sud America».

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Un momento del viaggio in Africa (a cui si riferisce anche la foto di apertura)

E queste bici in legno che saranno impegnate nel viaggio? I telai, progettati da Guglielmino Baroni, sono opera di Roberto Olgiati di Parabiago, mentre l’assemblaggio delle parti meccaniche dalle ciclofficine di Busto Garolfo e Legnano.

“Gemellaggio” tra radio

È un viaggio di tanti incontri, quasi gemellaggi. A Remedios de Escalada, dentro all’immensa area urbana di Buenos Aires, andranno a incontrare la Fondacion Pupi di Xavier Zanetti che insieme a Intercampus (associazione no profit dell’Inter) offre ad oltre 200 bambini della zona uno spazio concreto di crescita sportiva ed educativa. E poi gli incontri con realtà particolarissime, le radio di comunità, una voce importante in Argentina: «A queste radio porteremo anche l’amicizia di Radio Popolare di Milano, sponsor di questa nostra esperienza» (tra le altre realtà a sosteno anche la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate).

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 20 Febbraio 2024
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