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Dopo il Covid apre la chiesa dei Mormoni a Busto Arsizio

Intervista al vescovo bustocco della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni inaugurata e subito richiusa a causa della pandemia: "In quarantena abbiamo pregato e studiato"

chiesa mormoni busto arsizio

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, soprannominata dei Mormoni, costruita e ultimata di recente tra via del Bosco, via del Passero e viale Borri a Busto Arsizio, ha aperto le porte ai fedeli. Si tratta della prima chiesa costruita nella zona per la comunità dei Mormoni tra Basso Varesotto e Altomilanese. Abbiamo parlato con il vescovo Davide Brando per saperne di più su questa religione, sulla loro comunità e su questo inizio colpito dall’emergenza Covid.

Si tratta di una comunità religiosa nata negli Stati Uniti a metà del diciannovesimo secolo che conta oltre 16 milioni di adepti nel mondo e circa 30 mila fedeli in Italia. È una chiesa cristiana, segue i principi della Bibbia, ma si differenzia da quella Cattolica per alcuni aspetti codificati nel libro di Mormon, redatto dal primo profeta dei Mormoni, Joseph Smith (1805-1844) che ha riorganizzato la chiesa nel 1820 in seguito ad una visione.

I membri sono tutti volontari, non ci sono stipendi per coloro che celebrano le liturgie e hanno tutti un lavoro e una famiglia: «Siamo inseriti nella società, non crediamo nel celibato, quindi ognuno ha una famiglia. Anche il profeta Russell M. Nelson è sposato» ha spiegato il vescovo Davide Brando che nella vita è papà, marito e costruttore.

Risulta essere una grande famiglia in cui nessuno è mai ultimo: «Ci sosteniamo attraverso la decima (il 10% dei guadagni). Questo permette a tutti i membri di essere aiutati. Ad esempio se in una famiglia dovesse mancare il lavoro, la comunità viene in aiuto e non solo economicamente. Siamo una famiglia e nessuno è lasciato solo». La dicitura “Santi degli Ultimi Giorni” si spiega nel fatto che «noi crediamo che i Santi siano coloro che accettavano Gesù Cristo come loro salvatore, seguivano l’insegnamento di Cristo migliorando il proprio carattere. È quello che cerchiamo di fare anche noi oggi, quindi il nome “degli Ultimi Giorni” è per differenziarci da quelli antichi».

Nella religione dei Mormoni è tutto un riferimento ai termini presenti nella Bibbia: «La nostra struttura prevede un Profeta, due consiglieri (che insieme al Profeta costituiscono la Prima Presidenza) e dodici apostoli. A livello continentale c’è il Vescovato Presiedente che si occupa della parte amministrativa e le autorità generali che gestiscono la chiesa per area geografica; quest’ultimi si chiamano “i Settanta” e sono sotto la direzione della Prima Presidenza e del quorum dei dodici apostoli. L’Italia è divisa in Pali (il nome deriva dall’idea che sorreggono la tenda) affinché proteggano il popolo; all’interno del singolo palo ci sono i rioni e a capo del rione vi è il vescovo con i suoi consiglieri».

Come per la chiesa Cattolica, la domenica è una giornata importante: «La domenica ci si ritrova per due ore. Nella prima ora vi è la predica diretta dal vescovo o dai consiglieri che è scandita dai canti, dalla distribuzione del pane e dell’acqua (i simboli sacri che ricordano la morte di Gesù Cristo) e dai pensieri di donne, uomini e bambini. Mentre nella seconda ora la comunità si divide in classi diverse per la lezione dove poter scambiare idee e opinioni alla guida di un insegnante».

La Chiesa è stata inaugurata la prima domenica di febbraio, dopo circa un mese si è verificata l’emergenza Covid, «le funzioni sono state sospese e la dedicazione (l’inaugurazione ufficiale) è stata rimandata», ma la quarantena non ha portato grossi disagi all’interno della comunità: «già due anni fa abbiamo cambiato il sistema profetico cercando di vivere il Vangelo in maniera organizzata anche all’interno delle famiglie, quindi durante la quarantena abbiamo continuato a coltivare la nostra fede consultando il Vangelo, studiando un manuale a casa e ascoltando un video-discorso fatto da un membro e girato alla comunità tramite i canali social. Quel cambiamento di anni fa ci ha permesso di non trovarci impreparati» ha continuato a raccontare il vescovo Brando.

«La cosa che mi emoziona è che la nostra vita ha uno scopo e che abbiamo un padre amorevole che ha sempre parlato con i suoi profeti per divulgare messaggi al popolo. La Chiesa di Gesù Cristo per noi è la dimostrazione di amore per tutti i cittadini della Terra; tramite dei sentimenti di serenità e gioia mi è stato dimostrato che siamo dei figli seguiti, con un sostegno divino che ci dà la speranza di poter risorgere un giorno e vivere eternamente nella nostra famiglia» ha chiosato il vescovo Davide Brando.

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Pubblicato il 08 Giugno 2020
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