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L’ultrà varesino, l’uomo a Malpensa e l’amico dei finanzieri: così la ‘ndrangheta importava coca e hashish

Dall'operazione "Ossessione" emerge la fitta rete di fiancheggiatori della cosca Mancuso di Limbadi alle porte di Milano. In manette anche Vito Jordan Bosco e il fratello Daniele

sequestro hashish guardia di finanza

L’amico di Pablo Escobar, il referente dei Mancuso di Limbadi a Milano e l’uomo della cocaina a Malpensa nello stesso bar di Milano per un summit finalizzato all’importazione di cocaina dal Venezuela in Italia, via aereo.

Emerge anche questo dalle oltre 800 pagine dell’ordinanza della Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che ha portato all’arresto di 25 persone (cinque delle quali nate o residenti tra Varesotto e Altomilanese).

L’amico del narcotrafficante più famoso della storia è Julio Andres Figueroa Murillo che in passato ha collaborato con i guerriglieri colombiani delle Farc e con Pablo Emilio Escobar Gaviria, capo storico del “cartello di Medellin” tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.

Da Caracas è arrivato in Italia nel 2017 per mettere a punto una grossa importazione di cocaina dal Venezuela con Salvatore Antonio Costantino, riferimento dei Mancuso a Milano, e Francesco Ceravolo, l’uomo che conosce l’aeroporto di Malpensa come le sue tasche e che negli anni ha costruito una serie di relazioni con dipendenti dello scalo e, in un caso, anche con un finanziere insieme al quale venne arrestato e condannato a due anni di reclusione nel 2012.

Oltre a questi personaggi c’era anche un uomo residente a Busto Arsizio che Costantino cerca di incontrare più volte recandosi a casa sua. Il suo compito sarebbe stato quello di recuperare lo stupefacente a Malpensa ma il personaggio viene messo fuori gioco dall’arresto intervenuto nel frattempo per un’estorsione.

Altro personaggio della zona che entra nell’operazione è Gianfranco Carugo di Cerro Maggiore, definito da Ceravolo in un’intercettazione “uno che fa il narcotraffico da una vita”. Il suo coinvolgimento era tornato utile per usare le sue conoscenze al porto di Genova dove avrebbe potuto far passare lo stupefacente (questa volta hashish dal Marocco) grazie ad alcuni finanzieri disponibili, non identificati.

Oltre ai personaggi del Basso Varesotto, spiccano altri varesotti nell’operazione “Ossessione”. Tra gli arrestati risultano anche Vito Jordan Bosco (foto), uno dei fondatori del gruppo ultras Blood Honour di Varese insieme all’ultrà morto negli scontri di Santo Stefano tra tifosi napoletani e interisti, Daniele Dede Belardinelli, ma anche il fratello Daniele Bosco che accompagna, in un’occasione, Costantino a Malaga.

vito jordan bosco

Bosco vive da alcuni anni in Spagna dove aveva avviato un’attività commerciale, a Malaga per la precisione, e lì ha coltivato forti rapporti con i cartelli della droga marocchini che trafficano principalmente hashish. Con uno di questi cartelli, infatti, organizza con Costantino l’importazione di 3 mila kg di hashish e per farlo torna anche in Italia per incontrarsi con Ivo Menotta (tradatese residente a Venegono Superiore) e lo stesso Salvatore Antonio Costantino. Tra gli acquirenti dello stupefacente che intendono far arrivare dal Marocco, infine, c’è anche Fabrizio Pilati, residente a Sesto Calende e disponibile ad acquistare 10 mila euro di hashish ogni due mesi.

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 29 Gennaio 2019
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