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Dopo i concerti “online”, la banda torna a suonare, in sicurezza

Per tante bande il lockdown ha voluto dire mesi di rinuncia alla musica insieme, compensata solo in parte dai video con le parti registrate dai singoli componenti. Ma in questi giorni alcune stanno ripartendo, magari suonando all'aperto

Casorate Sempione Generico

Riparte la musica in sicurezza: dopo mesi di distanze, le bande musicali tornano a riunirsi. Ed è un piccolo segnale di ripresa un po’ per tutti, perché la banda evoca lo stare insieme, le feste di paese, gli eventi del vivere in comunità, dalle feste patronali a quelle civili come il 25 aprile o il 2 giugno.

In questi giorno presidenti, direttori, musicisti sono tutti presi con il riavvio della attività: c’è da misurare le distanze nei locali dove si fanno le prove (in gruppi ridotti) oppure da allestire spazi all’esterno, per suonare all’aria aperta. Tutte misure ovviamente necessarie a evitare ogni rischio di contagio.

«Come tutto il mondo artistico-musicale, anche le bande hanno sofferto pesantemente questo periodo di lockdown» spiegano dalla Casoratese, la banda di Casorate, lungo l’asse del Sempione, tra Gallarate e Somma Lombardo. «Non si pensi alle bande come dei simpatici circoli ricreativi formati da persone che si divertono a strimpellare in qualche modo uno strumento.
Sono vere e proprie realtà di un certo spessore, integrate nella vita sociale cittadina, che hanno come principale scopo quello della divulgazione e didattica musicale, tutto in un ambiente sano e stimolante».

Una dimensione che è mancata e che si è cercato a fatica di sostituire: anche quelli della Casoratese hanno fatto un video, montando le diverse parti suonate a distanza dai singoli componenti. Avevano scelto “Volare”, interpretata un po’ nello spirito originale con cui la scrisse Modugno, malinconica e con la speranza di uscire da un periodo oscuro. Tante bande e cori hanno interpretato con brani di vario genere i sentimenti di questi mesi, hanno celebrato il 25 aprile o il 2 giugno. La celebre Fanfara dei Bersaglieri ha tenuto un intero concerto online per la festa dei “fanti piumati”. C’è poi chi ha colto l’occasione per dedicarsi anche alla divulgazione e alla digitalizzazione della propria storia (la banda di Germignaga, tra le più antiche in provincia, è tornata indietro fino all’Ottocento).

Nel frattempo alcune realtà sono andate avanti anche le altre attività: «È doveroso ringraziare i maestri de “La Casoratese” che hanno saputo affrontare l’emergenza, organizzandosi con un programma straordinario di lezioni video on line personalizzate per ogni allievo».

Ora è arrivato appunto il momento di ripartire. E molte formazioni musicali sono partite subito questa settimana: il Corpo Musicale Santa Cecilia di Jerago con un simpatico post facebook ha illustrato anche la fase preparatoria, con la necessità di calcolare le distanze per evitare rischi. Le regole sono quelle predisposte dall’Andbima (l’associazione nazionale delle bande): a Jerago hanno seguito esattamente le normative e così «tra il maestro e i musicanti 2 metri, tra i musicanti 1,5 metri, vaschette per raccogliere lo scolo di saliva degli strumenti musicali, mascherina solo quando non si è seduti a suonare». E ovviamente misurazione della temperatura in ingresso, disinfettante mani, disinfettiamo sedie e leggii dopo aver suonato.

Dove gli spazi sono esigui, le bande hanno dovuto ripiegare sulle prove all’aperto. Così ha fatto la “Attilio Rucano” di Solaro, nel Saronnese, ritrovandosi in piazza, con il beneplacito del Comune. La banda di Arsago Seprio è ripartita invece martedì “seguendo i protocolli ed all’aperto”, trovandosi nella calda serata estiva fuori dalla sua sede accanto al Centro Concordia, sulla leggera collinetta al centro del paese:

Arsago Seprio generica

Certo non si parla ancora dell’ensemble completo. Ad esempio la Casoratese, che ha anche una scuola musica, ha previsto «prove separate per sezioni, distanziamento fra i musicisti, registrazione dei partecipanti» «Martedì è stata la giornata dedicata agli ottoni e percussioni e il giorno successivo al resto dell’orchestra: clarinetti, flauti e sassofoni. Sono state momenti nei quali si era difficile nascondere l’emozione nel trovarsi di nuovo insieme, anche se per ora, ancora separati» racconta il responsabile relazioni esterne Renato Baron, che durante una parte del periodo di isolamento ha suonato dal balcone in accordo con i vicini.

È stato un anno particolare dei ragazzini di molte bande, che sono stati privati – oltre che della scuola – anche della scuola musica di cui sono allievi. Dopo le lezioni online, in alcuni casi sono tornati nella sede della banda per l’esame di fine anno, di fronte al maestro in mascherina. L’ha raccontato, con varie foto, il Corpo Musicale di Arcisate:

Sofia, Cristian, Medeea, Davide, Fabio, Antonio, Gabriele, Stefano, Linda, Lara, Gabriele, Mirco, Ginevra, Maria,…

Pubblicato da Corpo Musicale Arcisate su Domenica 14 giugno 2020

Nel frattempo anche le bande e i cori pensano alla ripresa anche come occasione sociale, di fronte a un pubblico: l’inno di Mameli, la Canzone del Piave, Bella Ciao hanno risuonato nei video per le festività, ma l’esibizione live è altro. «L’obbiettivo della direzione musicale rappresentata dal Maestro Emanuele Maginzali insieme al direttivo presieduto da Monica Macchi – spiegano ancora dalla Casoratese – sarà quello di riuscire in breve tempo ad organizzare un concerto all’aperto per festeggiare insieme ai cittadini casoratesi, la ripresa della attività del loro corpo musicale, eccellenza di questa provincia».

A Jerago si riprenderà ufficialmente l’attività lunedì 29 giugno, seppur con il rammarico di non poter partecipare suonando, alla Messa per i 50 anni di sacerdozio del parroco, don Remo (finito in ospedale per Covid e guarito). In attesa di un vero concerto aperto al pubblico: l’idea è di farlo per il 19 luglio (in occasione della festa patronale), sfruttando il campo di calcio con accesso vigilato dalla protezione civile, misurazione temperatura, obbligo di mascherina e pubblico ben distanziato sui gradoni delle tribune.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 26 Giugno 2020
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