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Il Pd: “Indagini concluse, adesso Cassani vada dal Pm a chiarire tutto”

Dopo la chiusura indagini a carico, tra gli altri, anche del sindaco, attacca il Pd: "Cassani è andato avanti come se nulla fosse, senza prendersi la responsabilità politica di non essersi accorto del peggior malaffare"

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A distanza di un anno dagli arresti tra Gallarate e Milano, l’inchiesta Mensa dei poveri fa un passo avanti con la conclusione indagini, tra gli altri, anche per il sindaco Andrea Cassani e per l’allora vice Moreno Carù. Inevitabile che a Gallarate – epicentro del terremoto politico-giudiziario – la notizia abbia riacceso l’interesse e anche le prese di posizione dell’opposizione, che oggi è molto più ampia di un anno fa (al centrosinistra e alle civiche si sono aggiunte componenti critiche del centrodestra).

«Cassani – dice il Partito Democratico gallaratese – si doveva dimettere da sindaco un anno fa: oggi la chiusura delle indagini per turbativa di asta nel procedimento penale a suo carico, nel quale gli auguriamo di dimostrare la propria innocenza, non muta le ragioni politiche che avrebbero dovuto consigliargli già da allora di rimettere il proprio incarico».

«Invece Cassani è andato avanti, come se nulla fosse, scrollandosi di dosso la responsabilità politica di aver guidato l’amministrazione senza accorgersi (nel migliore dei casi, cui vogliamo credere, in quanto garantisti, applicando nella massima estensione l’ottimismo della volontà) del peggior sistema di malaffare che la nostra città ha mai conosciuto dal dopoguerra ad oggi. Un sistema che prosperava proprio sotto il naso del sindaco e che ha visto non uno, ma due assessori all’urbanistica della sua giunta venire sottoposti a provvedimenti cautelari (ed è di poco fa la notizia che anche l’ex vicesindaco Carù, di Forza Italia, sarebbe indagato)».

«Nonostante tutto Cassani ha proseguito a governare senza mettere in discussione nessuna delle basi che reggevano l’architettura politica della sua maggioranza. Ha accentuato, anzi, il profilo fazioso, da militante tifoso che ha sempre avuto, e che non è riuscito a smettere nemmeno durante l’emergenza da coronavirus, sempre attaccato ai social network a spargere insulti per chiunque non fosse d’accordo con lui, mostrando verso l’opposizione e le sue proposte una chiusura e un odio ingiustificati e ingiustificabili».

«Il prospettarsi di un possibile futuro rinvio a giudizio di Cassani non cambia di molto quanto abbiamo affermato un anno fa dicendo che vi era una responsabilità politica enorme del sindaco che ne imponeva le dimissioni: sarà interessante invece sentire oggi le dichiarazioni dei capigruppo e dei consiglieri di maggioranza, dei Deligios, dei Lozito, dei Canziani, dei Ceraldi, dei De Bernardi Martignoni, confrontandole con quanto andavano dicendo nei passati consigli comunali, quando votavano per ben due volte contro una mozione di sfiducia al sindaco. In attesa delle reazioni dei consiglieri di maggioranza di una cosa, però siamo sicuri, e cioè del fatto che il sindaco si sottoporrà immediatamente ad interrogatorio, come ha sempre detto di volere fare: chiuse le indagini è un suo diritto correre dal PM a chiarire tutto, nulla glielo impedisce».

Pubblicato il 01 Giugno 2020
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