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La protesta coi lumini degli esercenti di Gallarate

Il nuovo Dpcm "è la morte di bar, ristoranti e negozi". Al flash mob si sono associati anche il sindaco e due assessori

Una fila di lumini in piazza a Gallarate: un po’ flebile segnale di speranza che rimane, un po’ immagine funerea. «È la morte di bar, ristoranti e negozi», dice una delle esercenti di locali che ha aderito al momento di protesta, alle 20 di giovedì sera, in una piazza deserta.

Circa una sessantina gli esercenti presenti, per una protesta silenziosa, senza slogan o cori, ma resa visibile proprio dalle luci rosse dei lumini.

L’idea è partita da Bruno Zonfrillo, ristoratore, titolare della pizzeria La Goletta: «Un ritrovo pacifico: siamo indignati e con la digbità sotto i piedi, abbiamo seguito tutte le linee guida, abbiamo fatto anche di più e dopo sei mesi ci ritroviamo di nuovo per colpa dello Stato», dice.

«Non c’è stato un focolaio uno, trovato nei ristoranti o nei bar. Il virus c’è, ma non l’abbiamo fomentato noi. Ci eravamo ripresi anche bene, non chiediamo soldi, non ce ne frega dei soldi. Noi vogliamo lavorare».

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Al flash mob si sono associati anche il sindaco Andrea Cassani e due assessori, Francesca Caruso e Claudia Mazzetti, oltre al consigliere comunale di minoranza Rocco Longobardi. «È giusto far sentire la propria voce, non si può sempre subire delle ingiustizie. Il lavoro è un diritto, il lavoro è dignità» ha detto Mazzetti, che è l’assessore alle attività produttive della città di Gallarate.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 05 Novembre 2020
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