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Il parcheggio pubblico fantasma di Gallarate, quaranta posti “sotto chiave”

Dovrebbero essere utilizzabili da tutti, ma nei fatti da tempo sono chiusi dietro a un cancello. Un nuovo caso che si aggiunge ai "parcheggi fantasma" già denunciati sei anni fa

Generica 2020

A Gallarate c’è un parcheggio pubblico con una quarantina di posti auto pubblici inutilizzabili. Spazio sotterraneo, con i posti di fatto inaccessibili, sbarrati da un cancello che dovrebbe rimanere aperto e che invece risulta (almeno da più controlli recenti fatti) chiuso a chiave.

Il parcheggio si trova in via Etna, traversa di via Marsala. Zona con grande “fame” di posti auto, vista la presenza di scuole (le medie Majno e le primarie), servizi e negozi. Poco più in là il grande polo di uffici e studi professionali delle Torri.

La realizzazione di un nuovo condominio aveva portato in dote al Comune un parcheggio all’aperto e anche uno sotterraneo, ad uso pubblico. Solo che a distanza di lustri lo spazio in superficie è in uso, mentre quello interrato è sbarrato.

Non è il solo caso anomalo venuto alla luce in anni recenti. Nel 2014 il Comune aveva chiesto conto a diversi condomini della “appropriazione” (lo usiamo tra virgolette) di parcheggi che dovevano essere d’uso pubblico, in zone ad alta domanda di sosta. Una richiesta che aveva coinvolto l’assessore all’urbanistica di allora, Giovanni Pignataro (Pd), e anche un consigliere della Lega (Matteo Ciampoli), che aveva segnalato alcuni degli spazi sbarrati (tra gli altri si parlava di via Curioni e via Carlo Noè).

A distanza di sei anni da allora, il Pd gallaratese – oggi all’opposizione – ha riportato all’attenzione il tema segnalando la chiusura del parcheggio pubblico di via Etna, con due diversi passaggi anche in consiglio comunale. «Da informazioni sommarie acquisite da condomini e Polizia Locale, pare che il parcheggio sia da tempo chiuso con cancello» ha detto nell’ultima seduta di consiglio il sindaco Andrea Cassani.

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La rampa d’ingresso da via Etna: un cartello indica sulla destra lo spazio privato. Mentre il lato pubblico, a sinistra, non è segnalato ed è anzi chiuso dall’inferriata

Ora, che il cancello sia chiuso oggi è indubbio: se si va in via Etna lo si trova sbarrato e, a dire il vero, non c’è nulla che ricordi che quei posti auto sono pubblici. C’è però un indizio: su via Marsala si nota una scaletta, l’uscita pedonale pensata – appunto – per raggiungere più facilmente la via principale. Nei giorni scorsi era chiusa, ma oggi risulta aperta: volendo si può entrare a verificare. All’interno ci sono auto parcheggiate, ma anche diversi posti vuoti.

La “percezione” privata del parcheggio è confermata da una persona di passaggio: «Scusi perché fa fotografie? Qui è privato». In realtà la proprietà è pubblica e in questi giorni l’accesso dalla pubblica via è aperto: circostanza curiosa, che dovrebbe in qualche modo far venire dubbi.

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La scaletta pedonale di accesso da via Marsala: nelle settimane passate era chiusa, nella mattina del 16 dicembre era invece aperta

In consiglio comunale il tema è diventato anche oggetto di polemica politica. «Incidentalmente Pignataro se ne accorge adesso» ha detto il sindaco Cassani, prendendosela con l’ex assessore. Dal canto suo Pignataro oggi dice: «Da assessore nel 2014 avevo fatto il giro dei parcheggi, per verificarli, e quello era aperto e non era mai stato segnalato come chiuso». Lo spazio di via Etna era citato tra i parcheggi interrati pubblici o ad uso pubblico, ma in effetti non compariva nella mappa dei parcheggi da recuperare pubblicata da VareseNews a dicembre 2014, esattamente sei anni fa (qui).

Nel frattempo il Comune – si è scoperto – paga le spese condominiali di via Etna, 1.100 euro (non è l’unico caso: costa molto ad esempio il parcheggio dell’ex centro commerciale il Fare, dove il Comune è condòmino). «Non sono attualmente in corso azioni di recupero» ha detto Cassani, dicendo che Palazzo Borghi sta ancora valutando come muoversi, «anche per le certificazioni necessarie all’apertura al pubblico».

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All’interno del parcheggio

Il sindaco Cassani ha chiarito che le chiavi sono comunque in possesso del Comune, «due paia alla Polizia Locale e due paia all’ufficio tecnico». Per questo Pignataro dice che non si può ignorare la questione: «Se abbiamo le chiavi lo si apra. Anzi: magari cambiamo le chiavi per essere certi che non sia chiuso di nuovo. Da quando qualcuno se n’è accorto, non si può più dire che non lo si sa, si può configurare un danno erariale». D’altra parte il sindaco ribadisce che vanno verificate le pratiche, per lo più vecchie di lustri (e oggi c’è qualche limite al personale dell’ufficio tecnico causa quarantene Coronabirus). Nel frattempo, come abbiamo verificato, di auto all’interno ce ne sono non poche: il parcheggio non è abbandonato, evidentemente qualcuno ha lo spazio pubblico a suo uso e consumo.

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Lo spazio pubblico mostra anche il passare del tempo

Al di là delle schermaglie politiche, rimane il tema – anche al di là di via Etna – degli spazi ad uso pubblico: pensati per offrire posti auto a servizio della città (magari con l’obbiettivo dichiarato di ridurre la sosta in superficie) e poi finiti “privatizzati”, nei fatti. A volte da un cancello chiuso, a volte semplicemente dalla mancanza di indicazioni che sulla strada segnalino i posti d’uso pubblico.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Dicembre 2020
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