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La pandemia non ha mai fermato l’attività universitaria e l’Insubria continua a crescere

Abbiamo incontrato il Rettore Angelo Tagliabue, il direttore generale Marco Cavallotti e Giulio Carcano, presidente della Scuola di Medicina

Università dell'Insubria

La pandemia non ha mai fermato l’attività universitaria e l’Insubria continua a crescere. L’ateneo ha trentasette corsi di laurea, di cui 22 triennali, 12 magistrali, 3 magistrali a ciclo unico per un totale di 12.390 iscritti con un incremento del tre percento rispetto all’anno accademico 2019-2020. Anche le immatricolazioni hanno un segno più e a gennaio erano 4.182. Numeri che sono frutto delle attività di oltre settecento persone che a vario titolo lavorano nell’università tra le province di Varese e Como.

I laureati nel 2020, con tutte le difficoltà legate alle restrizioni sanitarie, sono stati 2.050, ma quel che più conta è il risultato raggiunto da un punto di vista occupazionale. Secondo una indagine svolta da Almalaurea l’86,2 percento di chi esce dalla triennale dell’Insubria, a un anno dal titolo, ha un impiego ben retribuito.  La media lombarda è dell’82% e quella nazionale del 74,1%. Non molto diversa la situazione per chi completa il percorso di studi con una specializzazione.

«Sono risultati importanti – ci racconta Angelo Tagliabue, Rettore dell’Università dell’Insubria, medico e professore ordinario di Odontoiatria – tanto più che gli studenti ormai arrivano da ogni parte d’Italia e operano le scelte dopo essersi ben informati. Il passa parola è sempre stato importante, tanto più ora che è ancora più veloce e preciso. Questo significa che i ragazzi arrivano nelle nostre sedi perché conoscono il valore dell’ateneo. Teniamo poi presente che ciò che conta sempre di più è il post laurea e in questo l’Insubria ha un’ottima offerta e siamo sempre più riconosciuti».

Insieme al Rettore abbiamo incontrato il direttore generale Marco Cavallotti, che arriva da una pluriennale esperienza nelle università Statale di Milano, Bicocca e Pavia. Con loro anche Giulio Carcano, presidente della Scuola di Medicina e professore ordinario di Chirurgia generale.

Università dell'Insubria

«È stato un anno difficile, – interviene il direttore generale – ma abbiamo reagito bene perché il personale è dinamico e abituato a imparare. Lo stesso possiamo dire degli studenti. Del resto l’università è la sede della conoscenza e abbiamo subito attivato il lavoro agile e la didattica a distanza. A noi manca la relazione, ma finché non si potrà tornare in aula in presenza, dobbiamo continuare comunque le attività. Sotto tanti aspetti eravamo pronti e da un punto di vista amministrativo per diversi lavori non serve essere in sede. Con il tempo abbiamo dotato tutti di computer portatili e ora stiamo ragionando per definire nuove modalità formali per rendere regolata e regolare ogni attività a distanza. Cambia profondamente l’organizzazione del lavoro perché si dovrà prestare attenzione più ai risultati e agli obiettivi che non all’orario».

Il rettore mette in evidenza come la pandemia sia anche una reale occasione per ripensare tanti aspetti. «Questo periodo ci sta insegnando a tenere uno stile di vita più riguardoso rispetto all’ambiente e al clima. Siamo coinvolti tutti e il comportamento di ognuno di noi è importante per uscire dalla crisi».

La presenza di Medicina e chirurgia con 1152 iscritti, a cui se ne aggiungono 377 nelle ventidue scuole di specializzazione post lauream per l’area sanitaria, caratterizza molto l’università e nell’ultimo anno le attività sono state stravolte.

«Noi ci occupiamo dell’insegnamento – ha spiegato Giulio Carcano – e molto è fatto sul campo, spesso di fianco al letto dei pazienti. La modalità a distanza è scarna e poco stimolante, ma anche nel nostro caso l’ateneo si è subito attivato, abbiamo sviluppato materiali digitali costruendo case history che permettessero agli studenti di continuare il loro percorso di apprendimento. Un discorso diverso va fatto per gli specializzandi. È stato emozionante vedere la loro disponibilità. Diversi di loro si sono attivati subito e sono partiti per le prime zone rosse. Da loro abbiamo imparato molto perché ci hanno fatto riscoprire la vera anima della professione medica. La pandemia ci ha ricordato quali siano le cose essenziali. Un altro punto è quello che riguarda la ricerca. Stiamo continuando a studiare gli aspetti diagnostici e terapeutici legati al virus. Ora abbiamo un vasto database con i dati di tutte le persone che sono passate dalle strutture sanitarie. Questo sarà utile per proseguire la ricerca».

L’impegno di tanti soggetti in prima linea nella lotta al covid ha portato i Presidenti delle Scuole di Medicina della Lombardia ha richiedere un canale preferenziale per la vaccinazione degli studenti dei corsi di laurea magistrali e triennali delle professioni sanitarie. La Regione ha recepito questa istanza e ha fatto una delibera che li equipara agli operatori sanitari. All’Insubria sono così in arrivo 1800 dosi di vaccino.

«Di fronte al carico di lavoro di tanti specializzandi – commenta il rettore Tagliabue – ci potevamo aspettare qualche lamentela e invece non ne abbiamo ricevuta nessuna. Queste ragazze e ragazzi si sono attivati con grande professionalità accettando carichi di lavoro pesanti fatti di turni di dodici ore e nessuno si è sottratto».

La domanda che in tanti si stanno facendo è quando si potrà tornare a una sorta di normalità per le varie attività. «La conferenza dei rettori sta riflettendo sul da farsi e per ora in modo prudenziale si stanno spostando le date con la speranza di poter tornare in presenza entro l’estate. Possiamo pensare a forme miste, ma una reale ripresa è legata ai vaccini».

foto fine anno studenti medicina insubria

Quello che il covid non ha fermato sono i nuovi progetti per l’Insubria.

I PROGETTI DIDATTICI

Per il prossimo anno accademico il Senato e il Consiglio di amministrazione dell’Insubria hanno deliberato la nascita della laurea magistrale in Scienze delle attività motorie, un naturale completamento della triennale già presente in ateneo e diretta da Fabio D’Angelo. La magistrale è progettata per rispondere alle esigenze del territorio, con particolare attenzione per Busto Arsizio. La sua vocazione è fortemente biomedica: preparerà professionisti in grado di progettare e somministrare esercizio fisico e sport-terapia con finalità di prevenzione, contrasto alla cronicità, miglioramento della qualità di vita e dell’invecchiamento.

Il corso di laurea triennale in Scienze infermieristiche acquisisce una nuova sede e l’ateneo subentra all’Università degli studi di Milano nella gestione del corso all’Asst della Valle Olona, a Busto Arsizio. Sono 50 posti che si aggiungono ai 150 già in essere, 75 nel polo di Varese e 75 nel polo di Como; anche questo corso afferisce alla Scuola di medicina dell’ateneo.

I progetti per nuove lauree magistrali riguardano Data Science e Turismo. Come previsto nel piano strategico, è in atto un progetto incentrato sui temi del Data Science, sia dal punto di vista della ricerca scientifica (trasversale rispetto ai dipartimenti e ai corsi di laurea dell’ateneo), sia dal punto di vista della formazione, con l’obbiettivo di creare una nuova laurea magistrale aperta a laureati triennali di più discipline, dalle scientifiche alle umanistiche.

È stato poi avviato, ed è a buon punto, l’iter per la nascita della laurea magistrale in Scienze del Turismo con sede a Como.

PROGETTI DI INFRASTRUTTURE

Sono previsti lavori di ampliamento delle sedi di Varese con un nuovo edificio polifunzionale al Campus di Bizzozero. Lo studio di fattibilità e la definizione del progetto sono al vaglio dei tecnici, anche in relazione a un piano unitario che includa le future espansioni dell’area universitaria, in sinergia con il Comune di Varese.

Sempre nel campus di Bizzozero è delineata la pista di Skiroll vicino al Cus Insubria: in primavera saranno ripresi e portati a termine i lavori per la realizzazione del manto di usura, della segnaletica, della recinzione e la sistemazione contestuale dell’area verde. È pertanto attesa per il prossimo anno la sua inaugurazione.

pista ski roll bizzozero università dell'insubria

È in corso di costruzione anche il nuovo Laboratorio didattico di Biologia in via Dunant. Sono state realizzate le strutture di fondazione e completato il montaggio degli elementi prefabbricati, la nuova struttura dovrebbe essere pronta per gli allestimenti interni ad aprile 2021.

Procede infine il progetto per il campus diffuso di Biumo Inferiore, per il quale Palazzo Estense e Università dell’Insubria hanno vinto un bando da 8 milioni di euro del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Con il covid c’è stato un rallentamento, ma “siamo molto fiduciosi – ha spiegato il Rettore – che lo studentato si realizzerà presto. Nel frattempo c’è stato l’interessamento anche di nuovi soggetti per aree diverse come potrebbe essere l’ex consorzio di via Magenta”.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it
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Pubblicato il 25 Gennaio 2021
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