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Arresto cardiaco prima del volo a Malpensa, salvato dal personale aeroportuale

L’uomo era in partenza e si dirigeva verso l’imbarco: il pronto intervento di una barista e di un addetto all’assistenza passeggeri ha ridotto i danni, prima dell’intervento dei soccorritori

Malpensa 2016 terminal 1 partenze

Di fronte a un arresto cardiaco ogni secondo è fondamentale. E saper reagire con prontezza può significare la salvezza per una persona: è successo all’aeroporto di Milano Malpensa nella prima mattina di mercoledì 28 luglio, quando un passeggero si è accasciato nell’area delle partenze (foto d’archivio e generica).

Erano quasi le 7.30, ancora nel momento in cui il terminal è ben affollato di passeggeri in partenza: l’uomo, 58 anni, era in viaggio con amici, improvvisamente è caduto a faccia in giù, di peso sul pavimento, di fronte ad uno dei bar al servizio dei passeggeri. Subito è partita la chiamata al numero di soccorso 112, ma intanto i presenti hanno reagito immediatamente.

Prima tra tutte una barista del bar Pan Brioche: «Ho reagito non vedendo reagire nessun altro: mi sono detta “ci devo provare”» racconta Valentina Guerriero. «Un amico gli teneva su le gambe, l’uomo emetteva dei rantoli» . Spesso proprio gli spasmi involontari vengono scambiati erroneamente per respiro autonomo, ma in questo caso invece sono stati interpretati correttamente e non hanno ritardato le manovre.

«Avendo fatto il corso e facendo parte della squadra di pronto soccorso, mi sono subito preparata per le compressioni, poi è intervenuto un ragazzo dell’assistenza passeggeri Sea che aveva fatto il corso per il DAE (Defibrillatore Automatico, ndr)»

Subito dopo è poi arrivata l’autolettiga in uso in aeroporto, per il trasferimento: l’uomo è stato intubato e poi trasferito in emodinamica all’ospedale di Gallarate, in codice rosso. Le sue condizioni sono poi migliorate ed è stato stabilizzato.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 28 Luglio 2021
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