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Zambon: “Gallarate ancora senza una giunta a 15 giorni dal voto. Perché la giunta non si sceglie a Gallarate”

La consigliera comunale dem critica il sindaco Cassani che ha atteso l’esito dei ballottaggi per definire l’assetto dei posti. "Sala a Milano ci ha messo tre giorni, dopo la vittoria al primo turno"

Anna Zambon

«A due settimane dal voto, dopo quindici giorni, Gallarate non ha ancora una giunta. Perché la giunta di Gallarate non si sceglie a Gallarate». La consigliera comunale Pd Anna Zambon critica il sindaco Andrea Cassani per la scelta di rinviare la formazione della squadra di governo.

«È evidente che il sindaco ha dovuto aspettare i ballottaggi, in particolare quello di Varese, perché era necessario trovare una quadra provinciale dentro al centrodestra, tra Busto, Varese città e altri Comuni che sono andati al voto». Cassani non lo aveva nascosto: i partiti volevano evitare tensioni prima del ballottaggio e avevano scelto di “congelare” la situazione fino – appunto – al voto di domenica e lunedì scorsi (che hanno poi visto il centrosinistra vincente a Varese e a Caronno Pertusella, l’altro Comune ri-chiamato alle urne).

Ora: lunedì si è votato, martedì il centrodestra si è ritrovato nuovamente per definire l’assetto sui Comuni in cui governa (soprattutto Gallarate e Busto tra le città) e la giunta è attesa a breve.
Intanto appunto sono passate due settimane, sottolinea Zambon: «Siamo a pochi giorni dalla data del consiglio comunale del 25 ottobre e ancora non abbiamo i nomi della giunta, anche se ci sono nomi che circolano dalle notizie stampa» (qui, sostanzialmente, il quadro di ripartizione già definito settimana scorsa).

La consigliera Pd poi fai un confronto con quanto avvenuto a Milano: «Il sindaco Sala ha definito la sua giunta in tre giorni perché libero da certe logiche mentre a Gallarate stiamo ancora aspettando».

Il primo consiglio comunale

Tra l’altro proprio Zambon sarà probabilmente chiamata a presiedere – in una fase – il primo consiglio comunale: la seduta sarà aperta da Claudia Mazzetti, in qualità di “consigliere anziano”, vale a dire il consigliere più votato della lista più votata, la Lega.

Mazzetti però andrà a occupare un posto da assessore (alla cultura), lasciando quindi il suo posto in consiglio: a quel punto subentrerà alla guida dell’assemblea il più votato dei consiglieri della seconda lista più votata, vale a dire – appunto – Zambon, che ha ottenuto 303 preferenze dentro alla lista del Pd (la seconda più votata con 16,28%, poco meno della Lega).

Zambon dovrebbe quindi guidare l’assemblea fino all’elezione del presidente del consiglio comunale, che si sceglie appunto con il primo voto dei consiglieri: l’accordo nel centrodestra è di votare Giuseppe De Bernardi Martignoni, alfiere di Fratelli d’Italia (il partito avrà poi anche un posto in giunta con Francesca Caruso).

Pubblicato il 20 Ottobre 2021
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