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Bilardo e l’accordo sull’azione di responsabilità a Gallarate. “Il sindaco concedeva a Caianiello”

Al processo Mensa dei Poveri il braccio destro di Caianiello ha detto che già prima delle elezioni del 2016 c'era un accordo per fermare la richiesta di "risarcimento" ai danni degli ex amministratori Amsc. L'opposizione attacca

gallarate generico

«Negli accordi politici della campagna elettorale 2016 c’era anche la chiusura dell’azione di responsabilità». Sono parole pesanti e significative, quelle pronunciate in aula – al processo Mensa dei Poveri – dall’ingegner Alberto Bilardo. Perché torna a un nodo del rapporto tra la Forza Italia di allora (controllata da Nino Caianiello) e il sindaco Andrea Cassani.

La questione è (relativamente) nota: Forza Italia premeva perché l’amministrazione Cassani entrata in carica nel giugno 2016 cancellasse l’azione di responsabilità verso gli ex amministratori di Amsc, primo tra tutti appunto Nino Caianiello. La ricostruzione di Bilardo – braccio destro di Caianiello nel sistema “mensa dei poveri” –  retrodata la decisione sull’azione di responsabilità, a prima delle elezioni. «Dichiarazioni shock», dice il Pd di Gallarate.

«“Le colpe dei padri non ricadano sui figli” recita un vecchio cliché. Ma capita anche che le colpe dei figli ricadano sui figli. Le colpe sono sempre personali e le vicende processuali dei singoli riguardano i singoli. Ma le recenti rivelazioni processuali relative all’inchiesta “Mensa dei Poveri”, che ha il suo epicentro in Gallarate, interpellano ancora una volta la politica della nostra Città e evidenziano chiaramente le responsabilità politiche del Sindaco Cassani. La narrazione processuale sta via via sollevando il velo di Maya su quell’area opaca di interessi, influenze, mezze parole e ammiccamenti che se non hanno rilevanza penale hanno una enorme ricaduta politica. Ed enorme è la responsabilità politica degli esponenti di questa maggioranza, la stessa che nel 2016 barattò il consenso in cambio di una grande favore politico, la cancellazione dell’azione di responsabilità verso i dirigenti di AMSC e che si dimostrò compiacente nell’individuare quali consulenti per la stesura del PGT i professionisti indicati da Forza Italia “accontentando” così l’alleato di governo».

Ufficialmente la decisione sulla azione di responsabilità fu assunta nel 2017,  attraverso un parere pro veritate (affidato dal Comune a due legali) che si concluse poi con il passo indietro rispetto alla richiesta di danni a Caianiello e agli altri ex amministratori. Proprio la procedura per quel parere pro veritate è uno dei capitoli su cui la procura ha indagato.

D’altra parte, le dichiarazioni di Bilardo risalgono più indietro, appunto: la decisione sarebbe stata presa prima delle elezioni, circa un anno prima del parere pro veritate, pagato ma di fatto inutile, perché avrebbe dovuto ratificare un accordo politico.
Ed è anche su questo aspetto che insiste il Pd: «Il Partito Democratico aveva dunque ragione quando sollevava di fronte alla pubblica opinione, alla stampa e al Consiglio comunale la questione politica dell’opacità dell’Amministrazione Cassani, che in pubblico si dichiarava vicino alla cittadinanza ma che in privato ammiccava e concedeva. Oggi le dichiarazione processuali ci danno ragione: Cassani ha enormi responsabilità politiche e di questo deve rendere conto alla città».

Pubblicato il 04 Ottobre 2022
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